A distanza di oltre due anni dalla selezione del progetto “Agile Arvier – La cultura del cambiamento”, presentato come fiore all’occhiello valdostano del PNRR “Attrattività dei borghi”, il bilancio tracciato dalla Corte dei conti nella delibera 21 del 16 ottobre scorso è impietoso: ritardi diffusi, risorse bloccate e una governance amministrativa ancora fragile.
Già in precedenti nostri articoli avevamo raccontato come l’esperimento di rigenerazione culturale e urbanistica di Arvier stesse procedendo a rilento, tra carenze progettuali e cambi continui nel personale. Ora la magistratura contabile conferma punto per punto quelle criticità, certificando che il progetto non ha ancora imboccato la via del recupero.
Secondo la relazione, nessuna opera infrastrutturale risulta cantierata a un anno dal termine delle attività progettuali, con oltre il 90% dei finanziamenti ancora da spendere. I lavori principali – la Maison Luboz, l’Agile Agorà Arvier, l’Espace Lab e il Museo del Futuro Alpino al castello di La Mothe – hanno accumulato ritardi significativi sui cronoprogrammi trasmessi al Ministero della Cultura. Per la cosiddetta “Agile Agorà”, ad esempio, la data di conclusione è oggi fissata al 30 ottobre 2026, ben oltre la scadenza del 31 agosto imposta dal PNRR.
Nel frattempo, il Comune ha chiesto un aumento del budget da 2,5 a quasi 4 milioni di euro, giustificandolo con “ulteriori necessità finanziarie” e con la fusione di alcune funzioni originariamente previste nella Maison Luboz, poi di fatto stralciata. La Corte evidenzia una lunga serie di rimodulazioni economiche e procedurali tra il luglio e l’agosto 2025, con nuove versioni del progetto inviate al Ministero e pareri “con riserva” da parte dei verificatori esterni.
Le cause dei ritardi sono molteplici: difficoltà nella gestione amministrativa, turnover del personale dedicato al PNRR, assenza di risorse per il supporto tecnico e carenze nella sostenibilità economica a lungo termine, soprattutto per le azioni più costose come il Museo del Futuro Alpino. Il giudizio della Sezione regionale di controllo è severo: il progetto è definito “carente dal punto di vista progettuale e dei contenuti”, frutto di una selezione “imprudente e superficiale” che avrebbe sottovalutato l’impatto organizzativo e amministrativo dell’intervento.
Sul piano finanziario, la fotografia è desolante. Al 31 dicembre 2024 solo il 30% dei fondi risultava effettivamente incassato dal Comune, con oltre 4,3 milioni di euro vincolati e non spesi. “La gestione dimostra una significativa difficoltà nell’utilizzare le risorse già contabilizzate”, scrive la Corte, che segnala un incremento dei residui e della liquidità di cassa, indici di un sostanziale immobilismo.
Come già sottolineato più volte da LaPrimalinea.it, “Agile Arvier” è diventato il simbolo delle complessità del PNRR in Valle d’Aosta: un progetto ambizioso, nato per rigenerare i borghi attraverso la cultura e l’innovazione, ma rimasto intrappolato in una macchina burocratica fragile e sovraccarica. La delibera della Corte dei conti del 16 ottobre 2025, firmata dal consigliere relatore Franco Vietti e dalla presidente Cristiana Rondoni, conferma che la situazione resta critica e chiede a Regione e Ministero della Cultura un monitoraggio straordinario.
Se i cronoprogrammi non verranno rispettati, il rischio è la perdita dei fondi e il naufragio definitivo di un progetto nato per essere un modello di rigenerazione alpina. Tre anni dopo l’annuncio trionfale, “Agile Arvier” resta un laboratorio fermo ai blocchi di partenza, con più relazioni e rimodulazioni che cantieri aperti.