Con 25 voti favorevoli (UV, AC, FI, PD-FP, AVS) e otto astensioni (FdI, Lega VdA, La Renaissance, AdC), il Consiglio Valle ha approvato una risoluzione presentata dal gruppo Alleanza Verdi e Sinistra-AVS che invita la Regione a sensibilizzare i Parlamentari valdostani affinché sostengano a Roma una rapida e trasversale approvazione della riforma che inserisce il principio del “consenso libero e attuale” nel reato di violenza sessuale.
La risoluzione si colloca nel solco della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, celebrata in Aula il giorno precedente. "I vari interventi – ha ricordato la Capogruppo di AVS, Chiara Minelli – hanno messo in luce la necessità di andare oltre il momento simbolico, sostenendo azioni concrete contro la violenza di genere". Minelli ha sottolineato anche il particolare contesto parlamentare: nello stesso giorno la Camera ha approvato all’unanimità il disegno di legge che introduce il reato autonomo di femminicidio. E, la scorsa settimana, sempre con voto unanime, Montecitorio ha dato il via libera alla modifica dell’articolo 609-bis del Codice penale, introducendo per la prima volta in modo esplicito il principio del consenso libero e attuale come cardine del reato di violenza sessuale.
Quel testo, però, è oggi fermo al Senato. "L’iter ha subito uno stop per ulteriori approfondimenti – ha spiegato Minelli – ma vi è l’urgenza di una rapida approvazione bipartisan. Per questo chiediamo che la risoluzione venga trasmessa al più presto ai Parlamentari valdostani".
Nel dibattito è intervenuto anche l’assessore regionale alle Politiche sociali, Carlo Marzi, che ha illustrato la portata della riforma nazionale. "La proposta di legge – ha detto – riscrive integralmente la disposizione del Codice penale, stabilendo che qualsiasi atto sessuale compiuto senza il 'consenso libero e attuale' della persona coinvolta costituisce violenza sessuale". Marzi ha evidenziato come il testo approvato alla Camera rafforzi la tutela mantenendo l’impianto tradizionale del reato ma rendendo centrale il consenso, includendo inoltre la “particolare vulnerabilità” tra le condizioni che invalidano la volontà della vittima.
La riforma, ha ricordato l’assessore, recepisce gli standard della Convenzione di Istanbul del 2011, che considerano l’assenza di consenso il fulcro della definizione di violenza sessuale, senza richiedere la prova di forza fisica o minaccia. "Il dossier della Camera conferma – ha aggiunto – che il nuovo impianto è coerente con la giurisprudenza europea e italiana, che già valorizza la revocabilità del consenso in ogni momento".


pa.ga.



