In vista delle elezioni regionali di domenica 28 settembre, Laprimalinea.it prosegue un ciclo di interviste a candidati delle principali forze politiche. Marco Carrel, 33 anni, originario della Valtournenche, laureato in Scienze dell’economia e gestione aziendale presso l’Università della Valle d’Aosta (poi laurea magistrale in Amministrazione e controllo aziendale/ management pubblico e master di secondo livello in Governance e Management nella Pubblica Amministrazione), è assessore regionale uscente all’Agricoltura e candidato nella lista unitaria degli Autonomisti di Centro quale leader del Movimento Pour l'Autonomie.
Laprimalinea.it. Assessore Carrel, qual è, a suo giudizio, il provvedimento più significativo del suo mandato in assessorato?
Marco Carrel: "Diversi atti sono stati importanti, ma il rinnovo della legge regionale 17 del 2016, a inizio 2024, rappresenta sicuramente una svolta. Con la nuova legge (l.r. 1 del 2024) abbiamo reso più semplici e veloci le procedure di accesso ai finanziamenti, soprattutto per i piccoli investimenti. Lo scopo era dare strumenti concreti e complementari al Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) 2023/27, così da permettere alle aziende agricole di programmare meglio i propri investimenti. A questo si aggiunge la Strategia di sviluppo locale 2023/27 elaborata dal GAL, che completa un quadro di strumenti armonici a sostegno del settore agricolo e delle aree rurali. Ad oggi, lo stato di avanzamento del CSR registra oltre 20 milioni di spesa liquidata, pari al 22% della dotazione complessiva".
In che modo la legge regionale 17/2016 è stata applicata negli ultimi anni, anche dopo le difficoltà della pandemia?
"Abbiamo attivato gli aiuti in maniera coordinata, cercando di armonizzare i bandi con quelli del CSR. È stato un lavoro di equilibrio, adeguando strumenti e criteri applicativi alle esigenze del settore agricolo, nel rispetto dell’iter previsto dalla Giunta".
Uno dei temi più sentiti dagli allevatori è la gestione del lupo. Come avete affrontato questa sfida?
"La presenza del lupo è una realtà consolidata in Valle d’Aosta. Già con la legge regionale 17 del 2010 avevamo previsto strumenti di prevenzione e indennizzo, poi rafforzati dalla legge regionale 11 del 2021. Quest’anno abbiamo fatto un passo in più: con la legge regionale 8 del 2025 sono stati incrementati i massimali per le misure di prevenzione e introdotti indennizzi in esenzione dal regime de minimis. Inoltre, a luglio 2025, abbiamo approvato il nuovo Piano faunistico venatorio, che contiene un protocollo sperimentale specifico per il lupo: la Valle d’Aosta è la prima regione italiana a dotarsene. Questo strumento definisce quando e come si può intervenire, anche con la rimozione degli esemplari confidenti o dannosi, fornendo criteri scientifici chiari e dati aggiornati. È un risultato importante, raggiunto grazie a un lungo confronto con allevatori, associazioni e mondo venatorio".
Un altro tema delicato è la Dermatite Nodulare Contagiosa. Perché ha scelto di astenersi sul piano vaccinale approvato dalla Giunta?
"Ho ritenuto che imporre un obbligo vaccinale generalizzato a tutto il patrimonio bovino valdostano non fosse la scelta migliore. E' mio convinto parere che sarebbe stato più opportuno distinguere tra la zona di sorveglianza e il resto della regione, puntando a vaccinare almeno l’80% dei capi nelle aree più a rischio e adottando misure più flessibili altrove. Vaccinare tutta la Valle ha certamente comportato tempi lunghi, costi elevati e notevoli difficoltà logistiche, senza garantire certezze sulla gestione delle demonticazioni.