"La decisione del Consiglio dei ministri si pone in contrasto rispetto alle competenze che lo Statuto assegna alla Regione Valle d'Aosta in materia di enti locali.". E' quanto sostiene il Presidente della Giunta, Renzo Testolin, in merito all'impugnativa del Governo nazionale su alcuni articoli della legge regionale n. 4 del 3 marzo scorso “Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale, nell’anno 2025, delle elezioniregionali e generali comunali. Modificazioni di leggi regionali in materia di enti locali", che istituisce l'Election day e l'innalzamento dal massimo di tre al massimo di quattro mandati per i sindaci dei comuni al di sotto dei 5000 abitanti.
"Si tratta comunque di contestazioni che non inficiano l’impianto complessivo della legge - spiega Testolin - e i suoi elementi più rilevanti (si pensi al numero degli assessori e alla rideterminazione dei compensi, cosi come alla effettuazione dell'election day)".
"Dal punto di vista più politico e dei rapporti di leale collaborazione - prosegue Testolin - vi è da rilevare il fatto che il Governo ha aspettato l’ultimo giorno per notificare il ricorso contro la legge regionale, senza un preventivo e costruttivo contraddittorio, peraltro inviando agli uffici regionali solo alcuni giorni prima della scadenza dei 60 giorni a disposizione per l'impugnativa le osservazioni sulle quali la Regione ha ribadito le proprie competenze".
Nonostante i chiarimenti, il Consiglio dei ministri ha impugnato l'articolo 3 della legge, perché la Valle d’Aosta ha voluto mantenere un numero massimo di mandati pari a quattro per i sindaci dei Comuni valdostani sotto i 5.000 abitanti in luogo di non porre alcun limite alle ricandidature come nel resto del territorio nazionale.
Le altre due contestazioni sono invece relative a disposizioni che già esistevano nell'ordinamento valdostano, che non erano mai state messe in discussione in precedenza e che riguardano il grado di parentela tra sindaco, vicesindaco e gli altri componenti della Giunta e l'impossibilità, nelle Giunte comunali della Valle d'Aosta, di nominare assessori tecnici.
"Le decisioni del Governo destano comunque seria preoccupazione - afferma Testolin - perché così come accaduto a Trento, testimoniano il fatto che non si faccia più distinzione tra Regioni ordinarie e Regioni speciali e si sorvoli a piè pari rispetto alle competenze esclusive garantite dal nostro Statuto. La volontà di appiattire, in nome di una supposta eguaglianza delle posizioni, le differenze normative che sono alla base del regionalismo e della nostra specialità è propria di una parte del Governo nazionale, come dimostra la contrarietà all'impugnativa da parte di una delle componenti del governo nazionale della legge provinciale di Trento".
Questo approccio, per il Presidente della Giunta, "la dice lunga sulle profonde divisioni che caratterizzano l'esecutivo Meloni ed è sintomatico di una evidente confusione e di un disorientamento del Governo nazionale rispetto alle nostre prerogative statutarie e al nostro particolarismo ordinamentale. Per cui, non c’è nessuna preoccupazione sul prosieguo del cammino elettorale di questo autunno, ma assoluta certezza di difendere davanti alla Corte costituzionale una specificità legislativa, frutto della competenza primaria consolidata negli anni in materia di ordinamento degli enti locali, in più occasioni confermata proprio dalla Consulta".