Ambiente | 24 dicembre 2025, 15:17

Cime Bianche, l'ambientalista Dondeynaz accusa la Monterosa di decisioni prese 'in gran segreto'

Il Belvedere Ciarcerio

Il Belvedere Ciarcerio

Ayas torna al centro del dibattito sul futuro turistico e impiantistico della Val d’Ayas. A riaccendere la polemica è un comunicato dell'ambientalista valdostano Marcello Dondeynaz, che denuncia mancanza di trasparenza, assenza di confronto con la comunità locale e scelte strategiche che rischiano di penalizzare il territorio.

Nel mirino, innanzitutto, il progetto di collegamento funiviario nel Vallone delle Cime Bianche, presentato in passato – secondo Dondeynaz – come una sorta di “miraggio” capace di portare una pioggia di risorse economiche su Ayas. Un’illusione che, a suo giudizio, sta ormai svanendo, mentre le decisioni sul futuro degli impianti vengono assunte “in gran segreto” dalla società Monterosa Spa, in un clima che scoraggerebbe il dibattito pubblico anche per il timore di possibili ritorsioni lavorative.

Elemento centrale della critica è il Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP) relativo alle Cime Bianche. Dalla relazione al bilancio di Monterosa S.p.A. al 30 giugno 2025 emerge infatti che i Consigli di amministrazione di Monterosa e Cervino S.p.A. hanno già approvato il documento, individuando la soluzione di collegamento ritenuta “più idonea”.

Una decisione di peso, sottolinea Dondeynaz, assunta senza alcuna comunicazione pubblica e che vorrebbe avviare un iter autorizzativo non consentito dall’attuale normativa. Da qui la richiesta netta: il DOCFAP deve essere reso immediatamente pubblico, per consentire un confronto aperto e informato.

Seggiovie e collegamenti: 'scelte che penalizzano Ayas'

Critiche anche sul fronte della sostituzione degli impianti Belvedere/Ciarcerio e Mandria. La scelta di mantenere invariati gli attestamenti della seggiovia Belvedere/Ciarcerio, rinunciando a un prolungamento verso Campo Base a Frachey, viene definita penalizzante soprattutto per gli sciatori provenienti dal Crest e diretti verso Gressoney.

Secondo quanto “si mormora” a Champoluc, l’obiettivo non sarebbe quello di favorire il collegamento intervallivo, ma piuttosto di concentrare la fruizione sulle piste di Frachey. Anche in questo caso Dondeynaz chiede alla società di chiarire pubblicamente le motivazioni di una scelta strategica che incide sull’equilibrio dell’intero comprensorio.

Gli 'scivoli giganti' del Crest

Nel comunicato trova spazio anche una dura presa di posizione contro il progetto finanziato dalla Regione per l’installazione, al Crest, di scivoli giganti tematici – a forma di Fontina, mucca e bidone del latte – destinati ai bambini fino ai 12 anni. Strutture alte fino a otto metri, per un costo complessivo che supera il milione di euro.

Un investimento giudicato sproporzionato e simbolo di una montagna sempre più trasformata in “parco giochi artificiale a pagamento”, mentre – sostiene Dondeynaz – con risorse molto più contenute si potrebbero valorizzare le peculiarità autentiche dei villaggi Walser di Soussun, Crest, Frantze e Cunéaz, in tutte le stagioni.

'Serve trasparenza'

Il comunicato si chiude con un appello diretto alla governance di Monterosa S.p.A., società partecipata per il 94,57%: l’amministratore delegato, osserva Dondeynaz, dovrebbe confrontarsi non solo con il presidente della società – ruolo che di fatto coincide – ma con la comunità di Ayas e con l’intera comunità valdostana che finanzia il sistema.

Un auspicio finale ironico, affidato alle festività: "Che Natale e Anno Nuovo portino finalmente trasparenza, ascolto e rispetto in un dibattito che riguarda il futuro della montagna valdostana".

pa.ga.