Cronaca | 22 maggio 2024, 17:03

'Stava attaccando un capriolo'; è stata la Forestale a sparare al cane Tomo

E' accaduto giovedì 8 maggio nella zona tra il rifugio Chaligne e Punta Metz, il pastore tedesco appartiene a una coppia olandese che ha rilevato il Thouraz Ranch

'Stava attaccando un capriolo'; è stata la Forestale a sparare al cane Tomo

I dubbi sulla dinamica di quanto accaduto, dopo la pubblicazione del nostro articolo, erano in realtà pochi; oggi nell'aula del Consiglio Valle, in risposta a un'interpellanza del consigliere regionale Luca Distort (Lega VdA), che chiedeva delucidazioni sull'accaduto, l'assessore regionale all'Agricoltura, Marco Carrel ha reso noto che a sparare, giovedì 8 maggio in un bosco in territorio di Gignod, al cane Tomo degli olandesi Jantiene e Allard van Lingen è stato un agente del Corpo Forestale valdostano. 

I  van Lingen da alcuni mesi si sono trasferiti in Valle d'Aosta per rilevare la struttura del Thouraz Ranch in località Thouraz di Sopra a Sarre.

Giovedì 8 maggio organizzano un trail running con il loro pastore tedesco Tomo, destinazione La Tzira di Metz (2160 m di quota). E' un giorno lavorativo di bassa stagione, in zona non  c'è praticamente nessuno. Sopra l'abitato di Thouraz, Allard van Lingen che è in mountain bike incrocia un 4x4 del Corpo Forestale valdostano con due agenti a bordo: il tempo di salutarli con la mano e di essere ricambiato, l'auto si allontana lungo la poderale.

La coppia sale e poi ridiscende verso Thouraz; sulla via del ritorno il cane Tomo s'infila in un bosco e scompare alla vista dei van Lingen. Poco dopo i due odono un primo sparo e poi in rapida successione altri due colpi di arma da fuoco, seguiti da un breve guaito di dolore del cane. Jantiene si mette a correre e a chiamare a gran voce Tomo e sul GPS Tracker vede che l'animale stava venendo verso di lei. Dopo pochi minuti appare, grondante sangue e visibilmente ferito.

La donna ha chiamato il marito e poi si è messa a incoraggiare Tomo a scendere verso di lei il più rapidamente possibile; il cane riusciva ancora a camminare da solo ma ben presto non è più stato in grado di reggersi sulle zampe. La coppia ha così trasportato il cane alla bell'e meglio fino a Thouraz. Mentre telefonavano al 118 chiedendo soccorso (e chiedendo di contattare gli agenti del Corpo Forestale che forse, hanno pensato i van Lingen, si trovavano in quella zona perché intenti a indagare su qualcuno circolante armato nei boschi) hanno raggiunto la loro auto e sono corsi ad Aosta da un veterinario che ha potuto soccorrere prontamente il cane ormai sfinito dal dolore e dalla perdita di sangue. 

Il veterinario ha riscontrato a Tomo due ferite. Un proiettile ha attraversato il corpo del cane e ha mancato di poco l'aorta e i reni.

Tomo si è salvato ma i coniugi van Lingen hanno denunciato l'accaduto ai carabinieri della Compagnia di Aosta che hanno aperto un fascicolo contro ignoti. Nel frattempo il consigliere Distort, venuto a conoscenza dell'accaduto dall'articolo pubblicato dalla nostra testata, ha presentato sul caso un'interrogazione discussa oggi in Consiglio Valle.

Così l'assessore Carrel: “il Comandante del Corpo forestale della Valle d’Aosta (Luca Dovigo ndr) mi ha riferito che nel pomeriggio dell’8 maggio il personale del Corpo forestale operante nel controllo di routine nel territorio alto della zona di Gignod notava un esemplare di capriolo maschio in evidente difficoltà poiché braccato da un canide di grossa stazza, rivelatosi un cane di razza pastore tedesco. A questo punto uno dei due cercava di dissuadere il cane dall’attacco, urlando e cercando di allontanarlo. Non avendo ottenuto il risultato atteso l’operatore procedeva ad esplodere con l’arma di ordinanza due colpi con tiro non mirato, ma il cane non desisteva dall’attacco al capriolo, facendolo cadere”. Secondo quanto riferito dal Comandante, Tomo non avrebbe desistito e a quel punto “l’operatore sparava in direzione del cane a distanza di 80/100 metri circa. Il cane a questo punto si allontanava in direzione opposta al capriolo che nel frattempo riusciva a guadagnare terreno e a scappare dileguandosi”. Gli agenti avrebbero poi cercato di soccorrere il cane, che però si era velocemente allontanato.

Ricordando l'indagine dei carabinieri, l'assessore ha precisato che “al di là delle responsabilità, in corso di accertamento, la vicenda è spiacevole sotto diversi punti di vista, ma in base a quanto riportatomi dal Comandante emerge che la pattuglia in servizio sia tenuta alle disposizioni vigenti”. 

Dal canto suo, il consigliere Distort ha evidenziato che la ricostruzione resa dal Comandante della Forestale differisce da quella dei proprietari del cane sul punto della sequenza degli spari e sul fatto che il cane in realtà sia rimasto fermo dopo essere stato colpito e si sia mosso solo quando ha sentito la proprietaria che lo chiamava. "Tomo aveva un geolocalizzatore collegato a un'app che ha registrato i movimenti del cane e che può confermare o meno la versione", sostiene Distort.

 

patrizio gabetti