Fresco di Stampa | 10 dicembre 2025, 15:11

'Filomena Nitti e il Nobel negato' di Carola Vai

Un libro che restituisce dignità a una scienziata dimenticata; la scrittrice racconta la vera storia di Filomena Nitti rimasta esclusa dal Nobel nonostante il suo contributo decisivo alla farmacologia

'Filomena Nitti e il Nobel negato' di Carola Vai

Il libro Filomena Nitti e il Nobel negato, scritto dalla giornalista e autrice Carola Vai e pubblicato da Rubbettino il 6 giugno 2025, racconta una storia vera che per troppo tempo è rimasta nascosta: quella di Filomena Nitti, biochimica e farmacologa, figlia dello statista Francesco Saverio Nitti e moglie del premio Nobel Daniel Bovet. Attraverso documenti, testimonianze e memorie familiari, Vai ricostruisce la vicenda di una donna che contribuì in modo decisivo alle ricerche sui sulfamidici e sui curari di sintesi, ma che non ricevette mai il riconoscimento che meritava. La narrazione mette in luce il talento e la resilienza di Filomena, capace di destreggiarsi tra laboratorio, famiglia e impegno civile, ma penalizzata da un contesto culturale che relegava le donne in ruoli marginali. Il volume, arricchito dalle memorie della nipote Maria Luisa Nitti, è stato accolto come un atto di giustizia storica; un invito a riscoprire una protagonista dimenticata della medicina moderna e a riflettere sul ruolo delle donne nella scienza. Quella di Filomena Nitti non è una biografia romanzata, ma una storia vera, restituita con rigore e sensibilità dalla penna di Carola Vai. Filomena Nitti e il Nobel negato, diventa così un invito a guardare oltre le ombre della storia e a riconoscere il valore di una donna che ha contribuito in modo decisivo alla medicina moderna. È un libro che non solo illumina il passato, ma ci ricorda quanto sia necessario dare voce a chi, per troppo tempo, è rimasto invisibile.

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Filomena Nitti nacque a Napoli nel 1909, figlia dello statista Francesco Saverio Nitti, presidente del Consiglio nel primo dopoguerra. La sua vita fu segnata dall’esilio familiare a causa del fascismo e dalla scelta di dedicarsi alla scienza. Biochimica e farmacologa, naturalizzata francese, collaborò per decenni con il marito Daniel Bovet, premio Nobel per la medicina nel 1957, contribuendo in modo decisivo alle ricerche sui sulfamidici e sui curari di sintesi. Nonostante il suo ruolo insostituibile, il riconoscimento internazionale le fu negato, un’ingiustizia che riflette la condizione di molte donne di scienza del Novecento.

 

 

a.a.