La riforma della magistratura con separazione delle carriere approvata dal Parlamento italiano continua a sollevare critiche sul piano europeo. L’associazione Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés-MEDEL ha diffuso un documento in cui esprime “forte preoccupazione” per un intervento normativo che, secondo i magistrati europei, rischia di alterare alcuni capisaldi dell’assetto costituzionale italiano.
Nel mirino c’è innanzitutto l’abolizione del principio dell’unità della magistratura, cardine che finora ha garantito l’indipendenza della funzione requirente dal potere esecutivo. Con la separazione delle carriere, osserva MEDEL, il sistema di garanzie che ha protetto la Procura dall'influenza politica verrebbe sostituito da strumenti giudicati più fragili, lasciando spazio a forme di controllo esterno.
Criticità vengono sollevate anche rispetto al nuovo assetto dei Consigli superiori destinati a giudici e pubblici ministeri. La legge prevede che i membri togati non siano più eletti dai loro pari, come raccomandano gli standard europei, ma estratti a sorte. Un meccanismo che, per l’associazione, riduce la rappresentatività degli organi di autogoverno e rischia di indebolirne la legittimazione proprio in una fase di crescenti pressioni sulla magistratura.
A preoccupare è inoltre l’istituzione dell’Alta Corte Disciplinare, un organo separato dai Consigli e privo di un sistema di controllo indipendente sulle proprie decisioni. Anche qui, la composizione per larga parte sorteggiata e la concentrazione dei poteri in un’unica struttura vengono indicate come possibili fattori di vulnerabilità per l’autonomia dei magistrati.
Nel suo documento, MEDEL richiama le recenti esperienze di Paesi come la Polonia, dove l’indebolimento degli organi di garanzia ha rappresentato il primo passo verso una progressiva erosione dello Stato di diritto. Le decisioni delle corti europee in materia disciplinare, ricorda l’associazione, hanno più volte censurato l’uso improprio delle sanzioni come strumento di pressione su giudici e pubblici ministeri.
La riforma italiana arriva, secondo MEDEL, in un contesto segnato da tensioni istituzionali e da una crescente esposizione del sistema giudiziario alle dinamiche politiche. Per questo, osservano i magistrati europei, gli organi di autogoverno dovrebbero essere rafforzati e non indeboliti, in modo da poter svolgere il ruolo di “barriera” contro eventuali derive. L’associazione esprime infine il proprio sostegno all’ANM e ai magistrati italiani che, "pur in un clima difficile, continuano a richiamare l’attenzione sulla necessità di difendere l’indipendenza della giurisdizione e l’equilibrio tra i poteri previsto dalla Costituzione".
La discussione pubblica – in vista anche delle consultazioni popolari annunciate dal Governo – si preannuncia dunque complessa. E il documento di MEDEL rappresenta un ulteriore segnale del fatto che, sul nuovo assetto della magistratura italiana, l’attenzione internazionale è già alta.


pa.ga.



