L’incontro pubblico organizzato nella Sala polivalente dal sindaco Mauro Lucianaz giovedì 13 novembre è stato occasione per fare il punto sul maxi progetto Agile Arvier, finanziato con 20 milioni di euro del PNRR. Una serata 'sincera', partecipata, in cui l’Amministrazione locale ha rivendicato impegno e trasparenza, ma ha anche ammesso che "il tempo a disposizione può essere una criticità": la scadenza è fissata, giorno più, giorno meno, alla fine di luglio 2026.
"Il Comune, ha affermato il sindaco - non era stato scelto inizialmente come soggetto attuatore e si è poi invece trovato a gestire obbligatoriamente una macchina amministrativa enorme, con una mole di adempimenti, rimodulazioni, confronti con le imprese, con i progettisti, con il ministero delle Infrastrutture e con la Soprintendenza regionale che hanno rallentato ogni passaggio".
Le preoccupazioni per il piazzale Barrel
Al di là delle implicazioni e delle motivazioni culturali e sociali di Agile Arvier, molto forte nel dibattito con i cittadini è emerso il tema della scomparsa del piazzale Barrel, oggi utilizzato come parcheggio e snodo principale per la circolazione in entrata e uscita dal borgo.
Secondo il progetto, l’area verrà trasformata nell’Accessible Village, con una riconfigurazione completa degli spazi, dei parcheggi e dei flussi veicolari. Una parte dei residenti teme che la soluzione, pur pensata per migliorare l’accessibilità e la qualità degli spazi pubblici, finisca per creare nuove criticità quotidiane: tempi di accesso più lunghi, minore disponibilità di posti auto, congestioni nelle ore di punta.
Il sindaco ha assicurato che le scelte progettuali saranno ulteriormente affinate, ma la preoccupazione resta, perché le trasformazioni toccano un punto nevralgico della vita del paese.
Il ritardo pesa: numeri e allarmi
I dati ufficiali mostrano una realtà difficile da ignorare: a metà 2025 risulta speso meno del 9% dei 20 milioni: parliamo di 1,73 milioni, pari all’8,64% di una somma che dovrebbe essere totalmente 'digerita' il prossimo agosto, tra dieci mesi circa.
La Corte dei conti ha richiamato più volte il progetto per ritardi, debolezze amministrative, continue rimodulazioni e cantieri non ancora avviati.
Un caso emblematico è il Castello La Mothe, destinato al 'Museo del Futuro Alpino', rimodulato più volte per ostacoli tecnici e richieste della Soprintendenza. Il progetto originario per La Mothe non vedrà mai la luce, dal cilindro uscirà un disegno completamente rimaneggiato al ribasso.
Altre criticità emergono sulla riqualificazione di Maison Luboz, dove circa 300.000 euro di costi progettuali non risultano rendicontabili e dovranno essere coperti con risorse comunali.
Chi pagherà se qualcosa va storto?
È la domanda che più inquieta i cittadini — e che nessuno può eludere.
Il Comune, in quanto soggetto attuatore, è esposto a quattro rischi principali:
1 - Aumento dei costi di gestione: ad esempio, il futuro Museo a La Mothe nonostante la rimodulazione richiederà spese operative elevate (stime: 179.000 euro l'anno). Nel Dup è già previsto un aumento dell’IRPEF comunale dal 2027 per coprire le nuove uscite.
2 - Spese non copribili con il PNRR, come nel caso della Maison Luboz.
- Possibile perdita di fondi se gli obiettivi non saranno completati entro le scadenze nazionali.
- Eventuali contenziosi con imprese o progettisti per ritardi, varianti o opere non realizzate: costi che finirebbero inevitabilmente sul bilancio comunale.
Una corsa contro il cronometro
Agile Arvier resta un progetto di grande visione e potenziale. La volontà politica e la partecipazione della comunità sono reali. Ma la distanza tra ambizione e realizzazione è ancora ampia, i ritardi sono evidenti, e la sostenibilità economica post-2026 rimane un punto interrogativo pesante.
In questo quadro, la domanda che aleggia tra i cittadini - e che la serata di Arvier non ha potuto sciogliere - è semplice e legittima: se i tempi saltano o la macchina si inceppa, chi pagherà il prezzo finale?


pa.ga.



