Il Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà di Vaccinazione-Comilva Odv e il movimento politico Valle d’Aosta Futura denunciano “persistenti violazioni dei diritti dei minori” in Valle d’Aosta per quanto riguarda l’accesso ai servizi scolastici, in particolare per i bambini della fascia 0-6 anni.
Secondo le due realtà, numerose famiglie e istituti avrebbero segnalato casi di esclusione dai servizi educativi dovuti alla mancata presentazione della documentazione vaccinale, senza che venissero rispettate le procedure previste dalla legge nazionale.
Il tema è stato discusso il 30 luglio scorso durante un’audizione in Regione, richiesta da Comilva il 16 giugno. All’incontro hanno partecipato la referente Vega Boleto, tre legali dell’associazione e i rappresentanti dell’Amministrazione, tra cui Salvatore Bongiorno, direttore dell’Igiene e Sanità pubblica, un funzionario dell’Ufficio legale e Marina Fey, Sovrintendente agli studi.
Al centro del confronto, la circolare regionale n. 36248 del 2018, accusata da Comilva di imporre ai genitori adempimenti aggiuntivi rispetto alla legge nazionale, come la conferma dell’appuntamento vaccinale e la comunicazione dell’esito della vaccinazione. Un meccanismo che, secondo l’associazione, comporterebbe esclusioni “ingiustificate” da nidi e scuole d’infanzia.
Comilva chiede una circolare correttiva, che uniformi le disposizioni regionali alla legge nazionale sull’obbligo vaccinale (Legge 119/2017) e alla normativa sulla privacy. L’obiettivo sarebbe garantire “un accesso equo e trasparente” ai servizi educativi, evitando misure ritenute punitive.
Nonostante l’audizione, la Regione non avrebbe ancora dato risposte concrete, affermano Comilva e VdA Futura, che sollecitano un intervento urgente del Consiglio Valle, anche in vista delle prossime elezioni regionali.
Secondo il Comitato, sostenuto da esperti legali, l’attuale applicazione della circolare viola principi costituzionali, norme sul consenso informato e tutela della privacy. “Serve un approccio – concludono – che tuteli la salute pubblica ma anche i diritti dei minori e delle famiglie, senza compromettere l’accesso all’istruzione”.