Integrazione e solidarietà | 02 settembre 2025, 06:27

Global Sumud Flotilla, salpano le prime navi: 'romperemo il blocco di Gaza'

Global Sumud Flotilla, salpano le prime navi: 'romperemo il blocco di Gaza'

Sono partite da Barcellona e da Genova le prime imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, la missione internazionale che punta a portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza e a denunciare il blocco imposto da Israele.

La flotta è composta da decine di navi con a bordo professionisti e volontari provenienti da 44 Paesi. Un secondo gruppo salperà da Tunisi il 4 settembre, mentre altre partenze sono previste dai porti italiani: tutte le imbarcazioni confluiranno nel Mediterraneo orientale con l’obiettivo dichiarato di raggiungere Gaza e aprire un corridoio stabile per i rifornimenti, ovvero rompere l'assedio navale di Gaza per far entrare cibo, acqua e medicinali, beni di prima necessità. Il termine arabo Sumud, che significa 'resilienza', sintetizza lo spirito dei partecipanti: cittadini comuni, associazioni e personalità pubbliche determinati a offrire sostegno a chi vive sotto un blocco navale e militare che limita l’accesso a cibo, medicinali e beni essenziali. Tra i promotori ci sono organizzazioni come Music for Peace e il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (CALP); diverse personalità internazionali hanno espresso sostegno alla missione.

La missione è carica di rischi e per questo la Global Sumud Flotilla ha scelto di affidarsi a un sistema avanzato di tracciamento sviluppato in collaborazione con Forensic Architecture, centro di ricerca indipendente che indaga sulle violazioni dei diritti umani.

Il dispositivo (qui il link accessibile a chiunque) trasmette costantemente la posizione delle navi, permettendo a sostenitori, giornalisti, osservatori legali e organizzazioni umanitarie di seguire il viaggio in tempo reale. Secondo gli attivisti, questa tecnologia è “un deterrente contro la violenza e le interferenze illecite” e consente di documentare immediatamente eventuali aggressioni, trasformando l’iniziativa in un “viaggio testimoniato a livello globale”.

Raggiungere il porto di Gaza rimane però estremamente difficile. L’esercito israeliano controlla rigidamente le acque della Striscia e dall’inizio della guerra ha imposto un divieto totale alla navigazione per le imbarcazioni palestinesi, vietando persino l’accesso alle spiagge. In passato, altre flottiglie dirette verso Gaza hanno subito raid, arresti e confische. Non a caso il ministro israeliano Itamar Ben-Gvir ha minacciato: “Li tratteremo come terroristi”, ventilando la possibilità di un carcere duro per gli attivisti coinvolti.

La risposta dai porti italiani ed europei

Alle minacce di Tel Aviv è arrivata una replica dura dal fronte sindacale italiano. Riccardo Rudino, del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (Calp), ha avvertito: “Se soltanto per 20 minuti perdiamo il contatto con le nostre barche, noi blocchiamo i carghi per Israele in tutta Europa. Insieme all’Usb, ai lavoratori portuali, a tutta la città di Genova. Non passa nemmeno un chiodo”. 

Chiunque voglia contribuire alla missione può farlo attraverso questa piattaforma: donazioni per la Global Sumud Flotilla, link https://chuffed.org/project/138809-global-sumud-flotilla 

pa.ga.