Eventi e appuntamenti | 21 agosto 2025, 16:13

Cime Bianche tra memoria e attualità: una borsa di ricerca e un appello per la pace

Cime Bianche tra memoria e attualità: una borsa di ricerca e un appello per la pace

L’associazione 'Ripartire dalle Cime Bianche', da dieci anni attiva per la tutela e la valorizzazione dell’alta Val d’Ayas e del Vallone delle Cime Bianche, ha promosso una nuova borsa di ricerca intitolata 'Oltre la paura, oltre il confine: sentieri di speranza e memorie silenziose nel Vallone delle Cime Bianche'.

L’iniziativa punta a far emergere un capitolo poco conosciuto della storia valdostana: il ruolo delle guide alpine della Val d’Ayas che, tra il 1943 e il 1945, aiutarono ebrei perseguitati dal nazifascismo a fuggire oltre il confine svizzero.
“Lo facciamo per tenere viva la memoria di chi, in un tempo di terrore, seppe rischiare la propria vita per salvare altre vite, opponendosi alla logica della persecuzione e della violenza”, spiegano i promotori. La ricerca storica avviata da 'Ripartire dalle Cime Bianche' sta dando primi, promettenti risultati. Presso l’Archivio Federale Svizzero di Berna sono emerse numerose schede relative ai passaggi attraverso il Teodulo. Tra queste, quelle dei fratelli e Guide alpine Luigi e Biagio Frachey (in home e qui le foto delle schede) costretti a riparare in Svizzera dopo che la loro attività di supporto ai fuggiaschi era stata scoperta.

 

Le fonti confermano inoltre come numerosi perseguitati abbiano trovato sostegno e rifugio presso la colonia Olivetti di Saint-Jacques..

Il richiamo alla memoria storica si lega anche a un forte messaggio sull’attualità. L’associazione dichiara infatti di non poter restare in silenzio “di fronte al massacro della popolazione civile palestinese a Gaza e alla continua espansione degli insediamenti illegali in Cisgiordania”.

Nel comunicato viene rivolto un appello diretto allo Stato di Israele, affinché “ponga fine alle gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale, intraprendendo un percorso di pace giusta che garantisca sicurezza e dignità a tutti i popoli coinvolti”.

“Ricordare la Shoah – aggiunge 'Cime Bianche' – significa anche avere il coraggio di non voltarsi dall’altra parte quando altri popoli subiscono violenze e discriminazioni. La sopravvivenza e la libertà di un popolo non possono fondarsi sulla negazione dei diritti di un altro”.

Il documento si chiude con un auspicio: che Israele, nato dall’esperienza della persecuzione, “sappia ritrovare la via del rispetto e della giustizia".

pa.ga.