Cronaca | 14 agosto 2025, 14:55

Dalla 'fabbrica di veleni' di Champdepraz alle 'minatorie' di St-Pierre: il ritorno degli anonimi

Dalla 'fabbrica di veleni' di Champdepraz alle 'minatorie' di St-Pierre: il ritorno degli anonimi

Le lettere minatorie contro il sindaco di Saint-Pierre, Andrea Barmaz, non sono un caso isolato. Stanchi di essere subissati di missive e denunce farlocche, gli investigatori stanno seguendo il filo degli 'anonimi' e risalgono a vecchi episodi, in un mosaico temporale composto da almeno una decina di tasselli, tanti almeno quanti sono gli esposti con un'unica firma falsa recapitati in questi anni alla magistratura aostana.

Le minacciose missive recapitate a Barmaz - stessa grafia, pseudonimo, toni intimidatori per entrambe - hanno spinto i carabinieri ad allargare il campo d’indagine. Parallelamente, due imprenditori della bassa Valle (uno di Pont-Saint-Martin e l'altro di Verres) hanno denunciato, ipotizzando il reato di diffamazione aggravata, l’esistenza di esposti anonimi contro di loro, inviati mesi fa alle Forze dell'ordine e contenenti accuse poi rivelatesi infondate.

Uno di questi esposti è firmato 'Pietro Pinet', nome di un residente di Champdepraz morto una ventina di anni fa ma che comparve nel 2010 in altre missive anonime al centro di una vicenda legata alla perizia grafologica del professor Alfredo Ghio, che (su richiesta del sindaco del tempo, Luigi Berger) aveva evidenziato coincidenze significative tra la grafìa dell'ex sindaco di Champdepraz, Angelo Lanièce e quella di almeno due lettere anonime. Nel 2010, lo pseudonimo 'Pietro Pinet' era stato usato (secondo il professor Ghio, sempre e solo da Lanièce) per veicolare accuse e insinuazioni con uno stile che però risulta pressoché identico a quello dell'esposto anonimo recente contro l'imprenditore di Pont-Saint-Martin. All'esito di quella perizia non fece seguito nessuna querela; la vicenda restò - per quanto possibile -tra le mura del Municipio di Champdepraz.

L’altro esposto, contro il secondo imprenditore verreziese, ricalca nella forma e nei contenuti una lettera anonima scritta nel 2004 con macchina da scrivere e firmata “un gruppo di elettori schifati” che prendeva di mira l’allora consigliere comunale di Champdepraz Mario Forlin, ricoprendolo di accuse del tutto infondate e di pesanti offese. La giunta comunale presentò querela ai carabinieri contro ignoti, finita poi archiviata per mancanza di prove. Anche le circostanze contenute nell'esposto recapitato a inizio di quest'anno e del tutto simile a quello di 21 anni fa sono risultate nient'altro che 'bufale' e calunnie.

Somiglianze di stile, identica impostazione, insulti e false accuse ripescati dal passato: elementi che inducono gli inquirenti a ipotizzare un’unica regia o meglio una “scuola” dell’anonimato, una "fabbrica di veleni" capace di attraversare decenni e stagioni politiche. Vecchie ruggini che, a distanza di anni, tornano a inchiostrare carta e a riaccendere indagini che si credevano sopite.

pa.ga.