Stagione elettorale, stagione di veleni. Com'è noto, due lettere anonime, scritte a mano con la stessa grafia e firmate con uno pseudonimo, sono state recapitate nelle scorse settimane al sindaco di Saint-Pierre, Andrea Barmaz. Missive dai toni minacciosi: l’intimazione a non procedere con la rotonda est, nei pressi del Priorato, e con il ripristino del doppio senso in località Tache, pena nientemeno che la morte.
La vicenda, resa pubblica durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, è ora al vaglio dei carabinieri, che hanno acquisito le lettere e ascoltato a lungo il primo cittadino. L’autore, al momento, resta ignoto, ma le modalità — anonimato, pseudonimo, grafia riconducibile a un’unica mano — hanno spinto gli inquirenti a non circoscrivere l’attenzione al solo episodio.
Nei mesi scorsi alla procura di Aosta un’altra storia è arrivata al capolinea: è stata archiviata l’indagine sulle accuse contenute in un esposto anonimo contro un ex personaggio politico della bassa Valle, oggi imprenditore. Un fascicolo nato da un esposto a firma falsa (ma gli inquirenti se ne sono accorti dopo l'avvio delle indagini) che, chiuso senza il riscontro di alcuna prova, causa alcune similitudini e coincidenze (anche tecniche, ovvero riguardo alla modalità esecutiva) ha riportato alla mente un vecchio dossier rimasto a lungo in silenzio.
Si tratta della perizia calligrafica firmata nel 2010 dal consulente torinese Alfredo Ghio, che attribuiva a un ex sindaco ed ex assessore regionale, Angelo Lanièce, la paternità di lettere anonime firmate “Pietro Pinet” — nome di un residente deceduto vent’anni fa. Quelle missive, manoscritte o dattiloscritte con la stessa macchina, avevano avvelenato per oltre un decennio il clima politico e amministrativo tra Champdepraz, i comuni limitrofi e fino a Pont-Saint-Martin. La perizia venne letta in seduta pubblica di Giunta dall’allora sindaco Luigi Berger e distribuita ai consiglieri comunali. Non ci furono smentite ufficiali, ma nemmeno denunce né processi: solo carte chiuse in archivi che, col tempo, sembravano destinate all’oblìo.
Oggi, tra plichi anonimi arrivati anche alla nostra redazione (il terzo in meno di un mese è giunto in buca in queste ore...) e il ritorno in circolazione di copie di quella perizia, l’impressione è che certe vicende non siano mai del tutto dimenticate. Forse cambiano i protagonisti, forse i bersagli, ma lo schema resta: anonimato, accuse, rancori che attraversano le stagioni politiche.
E in una comunità piccola, i fantasmi sono difficili da seppellire: basta un foglio senza firma per farli tornare a volare.