Da venerdì 1 agosto la dirigente regionale Anna Maria Careri assumerà l'incarico di direttrice dell'Office régional du Tourisme-Ufficio regionale del Turismo della Valle d'Aosta. Lo scorso maggio, accogliendo il ricorso presentato dalla stessa Careri e ribaltando la sentenza del Tar, il Consiglio di Stato aveva annullato la nomina di Davide Jaccod a direttore dell'Ufficio regionale del turismo e da quel giorno le funzioni erano state rette temporaneamente dal direttore amministrativo Muriel Viérin, già responsabile della gestione amministrativa e contabile dell’Office.
Careri, assistita dall'avvocato Sacha Bionaz, era ricorsa contro la delibera di giunta regionale che aveva assegnato l'incarico triennale a Jaccod, dal 18 dicembre 2023 al 17 dicembre 2026. Nella sentenza di 14 pagine i giudici amministrativi di secondo grado avevano ritenuto l'allora direttore "non idoneo" per assenza del richiesto requisito di una precedente esperienza con "contratto di lavoro dirigenziale".
In particolare, per la Quinta sezione del Consiglio di Stato, risultava "assolutamente legittimo che l'Amministrazione abbia voluto ampliare il requisito" per "tutti coloro che al momento della pubblicazione del bando svolgevano attività di libera professione, ma che in passato potessero vantare esperienze manageriali con contratto di lavoro dirigenziale".
E inoltre "né l’esperienza allegata dal candidato vincitore della selezione (Jaccod ndr) quale Presidente e Vicpresidente di un’associazione di volontariato (Aosta Iacta Est ndr), sulla base appunto di attività svolta in regime di assoluta gratuità e del tutto svincolata da un qualsiasi rapporto di lavoro, né quella svolta da segretario particolare del Presidente della Regione da parte del controinteressato rientrano in alcun modo nei requisiti del bando, che indicava espressamente che l’esperienza manageriale richiesta dovesse essere svolta in forza di un rapporto di lavoro dirigenziale e non certo in occasione di attività di volontariato svolta in regime spontaneità e gratuità. Il contenuto letterale 'contratto di lavoro dirigenziale' di certo non poteva lasciare spazio a dubbi interpretativi".