Per ragioni di sicurezza, la visita della senatrice Elisa Pirro (M5S) alla Casa circondariale di Brissogne, prevista per le 14 di oggi lunedì 14 luglio, non ha potuto aver luogo.
Un'ora prima dell'arrivo della parlamentare al carcere - che era accompagnata dalla consigliera regionale del Pcp ed esponente della coalizione VdA Aperta Erika Guichardaz (prima da sn nella foto sotto a fianco della senatrice) e da Patrizia Pradelli (prima da dx, M5S in VdA Aperta) - un detenuto si è arrampicato per protesta lungo un muro esterno del cortile passeggio nel lato B, fatto che ha convinto il comandante reggente (la direttrice, Velia Nobili Mattei, oggi non era presente nell'istituto penitenziario) a non consentire il sopralluogo non potendo garantire la totale incolumità.
La senatrice si è però intrattenuta a lungo con il comandante reggente; "Il quadro delle problematiche emerse relativamente alla gestione della Casa circondariale di Brissogne è ben diverso da quello dipinto dal viceministro alla Giustizia Sisto, che è stato qui pochi giorni fa ma al quale evidentemente sono sfuggiti particolari importanti", ha detto Pirro in una conferenza stampa organizzata tout court di ritorno da Brissogne. "Cercherò di organizzare una nuova visita prima del 15 agosto - ha spiegato - perchè sono diversi gli aspetti su cui intervenire, anche se con le poche risorse a disposizione e se non sopraggiungono nuovi fondi, i mali del carcere di Brissogne non potranno certo trovare soluzioni rapide e definitive". La senatrice Pirro ha reso noto che la somma a disposizione per la manutenzione nel 2025 è di appena 20 mila euro. Somma che non basta nemmeno a ridipingere le celle, imbiancate l'ultima volta cinque anni fa, tempo di pandemia. Nel ricordare che il Presidente della Giunta, Renzo Testolin, rispondendo a un'iniziativa del Pcp in Consiglio Valle aveva evidenziato che la Regione non ha responsabilità per quanto di negativo avviene nel perimetro del carcere, Erika Guichardaz ha però sottolineato che "sono diversi i valdostani che lavorano in carcere come agenti penitenziari, altri sono detenuti impegnati in attività intra ed extra carcerarie e sono diverse le cooperative di volontariato sociale che operano fra le mura di Brissogne. Di questo la Giunta regionale deve assolutamente tener conto". E sulle esternazioni 'tranquillizzanti di Sisto, Guichardaz ha affermato che "io non sarei così tranquilla: l'organico è ridotto ed è allo stremo; il personale che proviene da fuori Valle avrebbe bisogno di uno spazio alloggiativo. E poi ci sono tante questioni tipiche di una struttura desueta".
Attualmente sono 141 i detenuti su una capienza di 180; in 60 circa lavorano ma sono solo 24 quelli che svolgono attività fuori dal carcere: due al Mc Donald's, sette in lavanderia, altrettanti in un biscottificio e otto in un'azienda agroalimentare. La senatrice Pirro ha poi ricordato i disordini dello scorso maggio, "segno di un forte disagio da parte di almeno alcuni settori della popolazione carceraria" e ha detto che "il comandante reggente ha confermato che sono 5000 le ore di lavoro straordinario svolte dal personale della Polpen e sussistono riposi non goduti per oltre 750", dati diffusi nei giorni scorsi dal sindacato Osapp. Il comandante ha promesso tre settimane di ferie per ogni dipendente: programmazione difficile ma forse non impossibile.
La senatrice ha poi posto l'accento su due vicende portate alla luce dalla nostra testata: la drammatica lettera di licenziamento di un giovane agente della Polpen in servizio a Brissogne e la discarica a cielo aperto, con possibile rischio di inquinamento ambientale, stoccata in un'area all'interno della Casa circondariale. "Vi è di tutto, anche i residui dell'incendio divampato durante la rivolta dello scorso maggio. Con tutta evidenza - ha detto - occorre quanto prima una convenzione tra Amministrazione carceraria e strutture competenti per la rimozione di quei rifiuti e la bonifica dell'area. Questa è l'ennesima negatività venutasi a creare, posso immaginare, per carenze di fondi autonomi. Sarebbe però necessario valutare la possibilità di disporre di un intervento di rimozione rapido in caso di emergenze, proprio come quella venutasi a creare due mesi fa".
Come ha evidenziato anche il viceministro Sisto nella sua visita la scorsa settimana, da due anni nei rubinetti del carcere non scorre più l'acqua calda: "Ora sappiamo bene che questo non è certo l'unico male, ma la carenza si aggiunge alle altre - stigmatizza Pirro - e contribuisce ad ampliare il già corposo chaier des doléances". Patrizia Pradelli ha sottolineato che "seppure il comandante reggente (uno fisso manca da otto anni ndr) abbia assicurato buona collaborazione con la Usl, farmaci particolari sono difficili da reperire e le protesi dentarie sono garantite solo a detenuti residenti in Valle. A tutt'oggi il 60 per cento circa della popolazione carceraria ha un vissuto di tossicodipendenza e/o disagio mentale. Questi sono altri problemi che destano ovvia preoccupazione".