Cronaca | 12 luglio 2025, 00:40

Carcere di Brissogne, la denuncia dell’Osapp: 'carichi insostenibili e oltre quattro anni di lavoro da recuperare'

Il duro j’accuse del segretario Carmelo Passafiume contro le condizioni interne della Casa circondariale di Aosta: la nota è stata diffusa lo stesso giorno della visita del viceministro Sisto, che ha invece elogiato la struttura e il personale

Carmelo Passafiume (terzo da sn) durante una manifestazione dell'Osapp a Torino

Carmelo Passafiume (terzo da sn) durante una manifestazione dell'Osapp a Torino

"Era l’8 maggio 2025 quando fu resa pubblica la lettera di dimissioni di un giovane Agente della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Aosta/Brissogne. Una decisione sofferta, ma che accendeva una luce impietosa su una realtà interna definita dallo stesso collega come 'un ambiente di lavoro tossico', privo di serenità, compromesso nei rapporti interpersonali e carente nella gestione organizzativa e umana". Comincia così un'articolata nota di Carmelo Passafiume,  Segretario regionale della sindacato di polizia Osapp per la Valle d’Aosta. L'esponente sindacale ha messo nero su bianco le sue considerazioni venerdì 11 luglio, giorno in cui il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto ha visitato la Casa circondariale di Brissogne e il Palazzo di Giustizia di Aosta. Ai toni enfatici del viceministro sulla situazione carceraria generale, la voce di Passafiume fa da netto contraltare.

Riferendosi ancora a quelle sofferte e inattese dimissioni, il segretario Osapp VdA commenta: "Ci si augurava che quel gesto, così forte e simbolico, potesse rappresentare una scossa per le istituzioni e per i vertici competenti. A distanza di oltre due mesi, tuttavia, la situazione – stando alle segnalazioni ricevute – non solo non sembrerebbe migliorata, ma per molti versi risulterebbe aggravata. Non risulta che siano stati svolti approfondimenti sulle motivazioni di quelle dimissioni. Non ci consta che qualcuno abbia chiesto conto, ad esempio, del motivo per cui non si sia aperto un dialogo con il collega dimissionario, nè che siano state poste in essere iniziative concrete per ascoltare il personale e intervenire su dinamiche disfunzionali ormai evidenti".

Nel frattempo, ricorda Passafiume, "i procedimenti disciplinari sembrerebbero essere aumentati in modo esponenziale. Le risposte scritte provenienti dalla Direzione e dal Provveditorato regionale non trasmettono sempre equilibrio istituzionale, ma talvolta lasciano trasparire una certa irritazione nei confronti dell’azione sindacale, quasi fosse un disturbo e non un dovere di rappresentanza. Si è registrato – e lo si segnala con preoccupazione – un uso discutibile dei sistemi di videosorveglianza, con l’installazione di telecamere persino in prossimità dei servizi igienici destinati al personale. È paradossale che la rimozione di una di queste videocamere sia avvenuta solo dopo il danneggiamento di un’altra da parte di un detenuto. Se confermato, questo episodio rappresenterebbe una grave violazione della privacy e della dignità dei lavoratori".

E ancora: "Il sistema di valutazione del personale, anziché motivare, avrebbe generato diffuso malcontento. E in occasione di recenti disordini (quelli del maggio scorso ndr), anzichè analizzare in modo trasparente le carenze gestionali e organizzative, si è proceduto con una nuova raffica di sanzioni, scaricando la responsabilità solo su chi era in servizio, senza alcuna riflessione sulla catena di comando. Ma il dato più allarmante, che da solo restituisce la misura del disagio, è il seguente: oltre 5.000 ore di servizio da recuperare, pari a circa due anni e tre mesi di lavoro non retribuito e da recuperare, a cui si aggiungono più di 700 riposi settimanali non ancora concessi, equivalenti a quasi due anni. In totale, si tratta di oltre quattro anni di lavoro complessivo non fruito, tra ore accumulate e riposi mai goduti. Numeri del genere non sono solo una questione sindacale. Sono un campanello d’allarme che richiede interventi urgenti e concreti, nella consapevolezza che il personale rappresenta il vero motore della sicurezza e dell’ordine all’interno dell’Istituto".

In conclusione, per Carmelo Passafiume "quanto evidenziato non è un giudizio personale, nè una critica fine a se stessa, ma un segnale di allarme che merita attenzione e un intervento serio e tempestivo. La tutela della salute fisica e mentale del personale, la qualità delle relazioni interne e l’efficienza organizzativa sono elementi imprescindibili per garantire la sicurezza e la funzionalità dell’Istituto". quindi necessario che le autorità competenti assumano consapevolezza della situazione reale, promuovendo un confronto costruttivo e soluzioni concrete, affinchè si possa restituire dignità e serenità a chi quotidianamente opera nelle condizioni più complesse. I proclami trionfanti assumono reale significato e valore solo se accompagnati da un ambiente di lavoro sereno e rispettoso; in assenza di ciò, tali affermazioni rischiano di risultare sterili e disconnesse dalla realtà quotidiana del personale".

pa.ga.