"La parola chiave è prevenzione: ignorare i rischi non li elimina, anzi, lascia il campo libero a chi vuole approfittarne". Con queste parole il Presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, ha concluso la conferenza 'Comunità vigili per un'economia libera e sana', che si è svolta nel pomeriggio di ieri, giovedì 12 giugno, alla Biblioteca regionale di Aosta. L’incontro è stato organizzato dall'Osservatorio regionale permanente sulla legalità e sulla criminalità organizzata e di tipo mafioso del Consiglio Valle, in collaborazione con i soggetti economici presenti nell’organismo e con l’associazione Avviso Pubblico.
Moderata da Silvia Nejrotti, responsabile del Dipartimento formazione di Avviso Pubblico, la conferenza si è aperta con gli interventi di numerosi rappresentanti istituzionali e del mondo produttivo: oltre a Bertin, sono intervenuti il Presidente della Chambre Valdôtaine, Roberto Sapia; il Segretario della Fillea Cgil Valle d'Aosta, Roberto Billotti; il direttore della Coldiretti VdA, Elio Gasco; e il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà.
Tra i contributi più significativi, quello di Luca Storti, docente di sociologia economica all’Università di Torino, che ha sottolineato come le mafie non cerchino soltanto il profitto, ma il controllo dell’intero tessuto socio-economico. Storti ha spiegato che, se inizialmente alcune imprese possono pensare di ottenere vantaggi accettando compromessi con la criminalità organizzata, in realtà entrano rapidamente in un circolo vizioso che le priva di autonomia e le rende dipendenti dai circuiti illegali, con gravi conseguenze anche per l’economia nel suo complesso: perdita di competitività, minor innovazione e un generale clima di sfiducia.
Forte impatto ha avuto anche la testimonianza dell’imprenditore calabrese Rocco Mangiardi, che ha raccontato il suo rifiuto alle richieste estorsive della ‘ndrangheta e la scelta coraggiosa di denunciare, pur consapevole dei rischi che lo hanno poi costretto a vivere sotto scorta. Mangiardi ha ricordato come un pentito abbia rivelato che "con il pizzo che mi veniva chiesto, il clan avrebbe potuto pagare un omicidio all'anno". Da qui il suo appello: "Onorare le vittime di mafia richiede impegno concreto. Le parole, senza i fatti, non servono".
Infine, Enzo Pompilio, coordinatore della Consulta della legalità di Torino, ha illustrato l’attività avviata dalla Consulta nel 2024 all’interno della Camera di Commercio, con l’obiettivo di creare una rete di legalità capace di contrastare la criminalità organizzata e di tutelare le imprese sane. Accanto al monitoraggio del rischio mafioso, alla formazione e all’informazione, Pompilio ha sottolineato l’importanza dei tavoli di confronto tra imprese, istituzioni, forze dell’ordine e sindacati, strumenti fondamentali per affrontare concretamente le problematiche.
"Informarsi – ha ribadito Bertin – significa trasformare la conoscenza in tranquillità, poter lavorare meglio senza ansie inutili".