Ambiente | 22 maggio 2025, 09:06

Legambiente: 'Ddl caccia è inaccettabile, normalizza il bracconaggio'

Il ddl che ha spinto il popolare attore Giovanni Storti a lanciare un appello video contro il provvedimento prevede anche che si potrà sparare nelle spiagge

Legambiente: 'Ddl caccia è inaccettabile, normalizza il bracconaggio'

“Il ddl che si appresta ad arrivare in Consiglio dei ministri è un testo inaccettabile. Se venisse approvato cancellerebbe gli ultimi 60 anni di politiche, impegni e azioni dell’Italia a tutela e conservazione degli animali selvatici, calpestando, al tempo stesso, l’art. 9 inserito nel 2022 nei principi della Costituzione, che obbliga lo Stato, attraverso le sue leggi, a garantire la tutela degli animali”. E' quanto dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.

Il ddl che ha spinto anche il popolare attore Giovanni Storti a lanciare un appello video (nella foto sotto, un fotogramma) contro il provvedimento prevede che si potrà sparare nelle spiagge; regioni e ministero dell’Agricoltura avranno la facoltà di ridurre le aree protette a favore di quelle in cui sarà possibile cacciare. Si riaprono i roccoli e si liberalizzano i richiami vivi, favorendo inevitabilmente il bracconaggio e il traffico illecito di avifauna. Si apre alla caccia senza regole nelle aziende faunistico-venatorie con il riconoscimento della licenza ai cittadini di Paesi esteri; vengono rimossi i limiti al numero di autorizzazioni regionali per la creazione di nuovi appostamenti fissi di caccia.

Nel giorno del decimo anniversario della legge sui delitti ambientali nel Codice penale, Legambiente rivolge un forte appello alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Impedisca questo scempio legislativo e si impegni, invece, insieme al governo – continua Ciafani - a completare quella riforma di civiltà avviata nel 2015, approvando finalmente sanzioni efficaci e dissuasive contro chi commette crimini contro gli animali, a partire dal bracconaggio e dai traffici di specie protette, come prevede la direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente”. 

In Italia le specie animali selvatiche, anche quando particolarmente protette e a rischio di estinzione, come dimostra il caso dell’Ibis eremita (Geronticus eremita), sono reiteratamente oggetto di caccia illegale.  Per questo, in fatto di tutela degli animali, il nostro Paese non può fare passi indietro con un Ddl palesemente incostituzionale e che renderebbe legale il bracconaggio, che deve invece diventare un delitto, con la reclusione da tre a sei anni.  

Legambiente ricorda, inoltra, che a tre anni dall’inserimento in Costituzione della tutela degli animali, l’80% degli atti successivamente approvati non rispetta il principio costituzionale richiamato dall’art.9 e solo il 20,5% è in linea con la riforma del 2022. A livello politico l’attenzione maggiore si è concentrata sugli animali d’affezione, mentre gli animali selvatici sono costantemente “sotto attacco” a causa del bracconaggio e di importanti traffici illeciti, anche internazionali, e del tutto privi, ancora oggi, di un’effettiva tutela penale, a partire dalle specie protette. 

 Inoltre, in un periodo in cui tra l’altro la Commissione Europea ha contestualmente deciso una modifica diretta dello status di tutela del lupo, specie dall'alto valore conservazionistico, nella Direttiva Habitat tramite il suo spostamento dall'allegato IV all'allegato V, Legambiente ricorda che il Governo non ha alcuna intenzione di mantenere inalterato, sul territorio nazionale, lo stato di protezione della specie (facoltà che gli stati membri hanno) per cedere alle pressioni di armieri e cacciatori contro ogni evidenza scientifica e in pieno contrasto ai principi di una sana e possibile coesistenza tra attività antropiche e fauna selvatica.  

red.laprimalinea.it