Cronaca | 17 maggio 2025, 12:14

Rivolta al carcere di Brissogne, 'devastazioni e violenze gratuite'

Quattro agenti intossicati, celle date alle fiamme, arredi e mobili distrutti e oggi si contano i danni nello sconcerto dei sindacati di polizia penitenziaria; 'istituto fuori controllo, poliziotti a rischio'. Almeno un detenuto fermato

Rivolta al carcere di Brissogne, 'devastazioni e violenze gratuite'

Alla luce dell'alba, dopo ore di tensione e scontri, lo stato delle cose è più chiaro e i sindacati di polizia penitenziaria insorgono una volta di più.

"I disordini alla Casa Circondariale di Brissogne sono iniziati intorno alle ore 19 di venerdì 16 maggio - spiegano i vertici Osapp di Piemonte e Valle d'Aosta, confermando il reportage notturno realizzato sul posto da Laprimalinea - subito dopo la chiusura delle celle, nelle sezioni A1 e C1 del primo piano, dove sono ristretti detenuti comuni a regime ordinario. I disordini si sono evoluti rapidamente in una violenta rivolta, che ha proseguito fino all’una circa di sabato 17 maggio, quando la situazione è finalmente tornata sotto controllo".

Durante la rivolta, i detenuti hanno incendiato e bruciato lenzuola e pezzi di materassi, mettendo a rischio l’incolumità di altri carcerati e degli agenti. Hanno appiccato il fuoco nei corridoi delle sezioni detentive, gettando oggetti bruciati nei corridoi stessi e alimentando ulteriormente il caos.
"Questi atti hanno creato disordini enormi - spiegano - con il personale che ha dovuto affrontare il pericolo di incendi e fumi densi. A causa dell’intensificarsi dei fumi, il personale è stato costretto ad aprire le sezioni e far evacuare i detenuti sulle scale interne per tutelare la propria incolumità".

Approfittando del momento di confusione, un gruppo di detenuti ha forzato i cancelli interni e si è riversato nella rotonda – il posto di servizio del personale – iniziando a devastare l’area. Hanno tagliato fili elettrici, sfasciato neon, danneggiato vetri, porte e computer, creando una situazione di grave pericolo. Inoltre, i detenuti hanno incendiato e lanciato bombolette di gas, facendole esplodere nei corridoi, mettendo in serio rischio l’incolumità di tutto il personale e della popolazione carceraria".

Sono intervenuti i Vigili del Fuoco e alcune ambulanze. Tre agenti sono stati accompagnati al Pronto soccorso dell’Ospedale 'Umberto Parini' di Aosta per sintomi riconducibili a intossicazione da fumo. Un agente è svenuto all’interno della sezione, presumibilmente a causa del fumo, e – secondo quanto si apprende – sarebbe stato soccorso inizialmente da alcuni detenuti presenti sul posto. Almeno un detenuto è stato sottoposto a fermo giudiziario; sarebbe uno di coloro che hanno dato avvio ai disordini.

Molto personale libero dal servizio è stato urgentemente richiamato e sono intervenute forze interne in tenuta antisommossa per riprendere il controllo della situazione. "Solo quando i detenuti si sono trovati di fronte a una risposta compatta e determinata, sono rientrati nelle rispettive celle", dichiarano i sindacati, che denunciano: "Nonostante la gravità dell’evento, non si è registrata alcuna presenza delle unità speciali come il GIR (Gruppo Intervento Rapido) e il GIO (Gruppo Intervento Operativo), più volte decantati dal sottosegretario Delmastro come pilastri della sicurezza penitenziaria. Ancora una volta, la realtà dei fatti ha mostrato l’assenza di supporto concreto".

L'Osapp chiede interventi urgenti e rimozione dei vertici a Brissogne

"La situazione è sconvolgente – dichiara il Segretario Generale dell’OSAPP, Leo Beneduci –. Solo pochi giorni fa un giovane agente ha rassegnato le dimissioni dal Corpo di Polizia Penitenziaria, denunciando un ambiente lavorativo tossico e particolarmente difficile. Oggi comprendiamo ancor più chiaramente le ragioni di quel gesto, che riflette il clima insostenibile da tempo presente nel carcere valdostano. Non possono tardare ulteriormente interventi concreti e urgenti. Lo stesso istituto è privo di Comandante da oltre otto anni: una situazione che denunciamo da anni restando sistematicamente inascoltati".

L’Osapp chiede con fermezza la rimozione immediata degli attuali vertici dell’istituto e la nomina di un Direttore e di un Comandante entrambi dotati di comprovata esperienza, in grado di ristabilire condizioni minime di sicurezza, gestione e legalità. Non è più accettabile che una struttura così complessa venga lasciata in una condizione di precarietà organizzativa.

"A rischiare, ancora una volta, sono solo gli agenti di Polizia Penitenziaria – conclude Beneduci –. Questa situazione è divenuta indegna. Il sottosegretario Delmastro continua a fare solo slogan e passerelle, mentre i gravi problemi del sistema penitenziario si ripercuotono drammaticamente sulle spalle della Polizia Penitenziaria, che continua a pagare il prezzo più alto in termini di stress, abbandono e insicurezza".

Toni concilianti da altri sindacati di categoria

Sappe, Cnpp, Cgil, Cisl e Uil in una nota congiunta, riconoscono le difficoltà legate alla carenza di personale ma sottolineano "il clima di solidarietà e impegno" tra le mura del carcere di Brissogne, evidenziando l'arrivo, un anno e mezzo fa, di due nuovi educatori nonché lo spirito collaborativo e l'impegno quotidiano del sostituto commissario Agrippino Renda, che da oltre quattro anni fa le veci del comandante.

“È evidente – si legge nella nota – l’impegno profuso dall’attuale Direttore, sempre disponibile all’ascolto e al dialogo, e i risultati positivi ottenuti per favorire il reinserimento dei detenuti e il benessere del personale. Questo operato è stato pubblicamente riconosciuto anche durante la recente visita del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari”. Quanto al ridotto personale in servizio, a causa di pensionamenti, assenze giustificate e distacchi, i sindacati spiegano che "la mancanza non programmata di unità comporta spesso il richiamo in servizio di agenti che dovrebbero essere a riposo, incidendo sui diritti soggettivi del personale”.

“Il nostro giuramento e la deontologia professionale – conclude la nota – non permettono di sottrarci ai doveri, anche in presenza di difficoltà. Ogni collega, sul posto di lavoro, può contare sul supporto dei compagni, dei superiori e dell’assistenza psicologica offerta da professionisti”.

patrizio gabetti