Economia | 10 maggio 2025, 07:38

Cinema in Valle d'Aosta, importanti ricadute economiche e culturali

La presentazione dello studio realizzato da TurismoOK

La presentazione dello studio realizzato da TurismoOK

Il cinema in Valle d’Aosta risulta essere un vero e proprio motore di sviluppo culturale, turistico ed economico. È quanto emerge dallo studio 'Analisi dell’importanza del cineturismo sul territorio regionale', commissionato dalla Film Commission Vallée d’Aoste-FCVdA e realizzato dalla società TurismOK Snc.

L’analisi prende in esame, con approccio sia quantitativo che qualitativo, le ricadute generate dalle produzioni audiovisive sostenute dalla FCVdA tra il 2011 e il 2024. Lo studio evidenzia come il cineturismo si stia affermando come risorsa concreta per la promozione e la valorizzazione del territorio valdostano.

Le produzioni sostenute in questi tredici anni sono state 181, di cui 70% italiane, soprattutto documentari e lungometraggi. La spesa media diretta sul territorio ha superato i 115 mila euro per produzione, generando ulteriori 60 mila euro in servizi di accoglienza, trasporti e ospitalità.

“I risultati positivi che emergono dallo studio di TurismOK sono il frutto di un lavoro collettivo che ci vede in prima linea ma che non potrebbe essere possibile senza il supporto e la collaborazione fattiva di tutto il territorio, in primis dalla Regione e dalle amministrazioni locali, gli enti e i consorzi e fino ai singoli professionisti”, spiega Alessandra Miletto, Direttrice della Film Commission Vallée d’Aoste. “La collaborazione strettissima con gli uffici regionali preposti, i protocolli firmati con 55 comuni e con Adava hanno reso la Valle d'Aosta un territorio 'cinema friendly' dove girare è facile e grandemente apprezzato dalle produzioni che girano nella nostra regione. Le ricadute economiche e di visibilità sono dati che ci incoraggiano a proseguire su questa strada, potenziando ulteriormente le interazioni con i soggetti che si occupano professionalmente di promozione del territorio per ulteriori azioni sinergiche che non possono portare che vantaggi a tutta la regione”.

Tra le esperienze più significative emerse dall’analisi figurano la serie televisiva “Rocco Schiavone” e il film “Le Otto Montagne”. Entrambe le produzioni hanno ricevuto un importante sostegno dalla Film Commission e hanno generato un ritorno economico stimato fino a cinque volte superiore all’investimento pubblico.

Il legame tra audiovisivo e territorio si traduce anche in termini occupazionali: le produzioni hanno coinvolto complessivamente oltre 4.600 persone, tra tecnici, comparse e professionisti, con una media di 32 addetti per progetto e una permanenza di circa 20 giorni sul territorio.

Dal punto di vista geografico, le aree più scelte per le riprese sono quelle del Monte Bianco (41% delle produzioni), Aosta e dintorni (37%) e Monte Rosa (27%). Il cinema ha contribuito non solo a promuovere mete già conosciute, ma anche a dare visibilità a località minori, rafforzando il racconto identitario della regione. In termini di comunicazione e promozione, le produzioni hanno avuto ampia copertura mediatica a livello locale, nazionale e talvolta internazionale, come nel caso di “Le Otto Montagne”, citato anche da testate come The Guardian e Variety. Si è rilevato in più circostanze il ruolo cruciale della Film Commission Vallée d’Aoste come promotore e sostenitore della valorizzazione paesaggistica e culturale regionale.

La Film Commission non ha solo fornito supporto economico e logistico alle produzioni, ma ha svolto una funzione di facilitatore e intermediario tra enti locali, professionisti del territorio e case produttrici, contribuendo in maniera determinante al successo delle iniziative audiovisive e alla promozione dell’immagine della Valle d’Aosta.Lo studio ha incluso anche una componente di ascolto del territorio, grazie a un’indagine condotta tra i residenti. È emersa una percezione positiva del lavoro svolto dalla Film Commission e un buon livello di condivisione rispetto all’uso dei prodotti audiovisivi per promuovere le specificità paesaggistiche e culturali della Valle d’Aosta.

In particolare, i valdostani hanno mostrato interesse a visitare località come Aosta, Bard e Brusson, e in alcuni casi anche destinazioni fuori regione. Dal punto di vista sociale, le interviste alle produzioni e agli stakeholderlocali evidenziano un alto livello di soddisfazione. Le produzioni hanno sottolineato la bellezza paesaggistica, l’accoglienza e la collaborazione delle comunità locali. Gli stakeholder turistici hanno registrato un aumento dell’interesse e delle presenze turistiche legate alle location dei film, in particolare tra visitatori italiani, olandesi e belgi. Tra le raccomandazioni emerse, viene sottolineata la necessità di rafforzare la strategia di valorizzazione del cineturismo attraverso la creazione di prodotti turistici strutturati, attività di comunicazione dedicate e il coinvolgimento attivo di enti pubblici e operatori privati.

A titolo esemplificativo, si cita il caso concreto del “Tour: Le Otto Montagne”, sviluppato con successo da operatori locali. Questo tipo di iniziative confermano come il cinema possa generare valore aggiunto per il territorio, trasformando le produzioni in veri e propri attrattori turistici. Jean Paul Tournoud: “Il cineturismo è un’opportunità strategica per la Valle d’Aosta, ma serve visione a lungo termine”.

A seguito dello studio condotto sulle ricadute del cineturismo in Valle d’Aosta, l’analista turistico Jean Paul Tournoud ha condiviso alcune riflessioni sul potenziale di questo fenomeno, che unisce cultura, promozione territoriale e sviluppo economico. "Il cineturismo è un’opportunità concreta per la Valle d’Aosta: le produzioni audiovisive possono trasformarsi in potenti strumenti di valorizzazione del territorio, ma serve una visione strategica di medio-lungo periodo per far sì che questo fenomeno non resti marginale", ha dichiarato Tournoud.

Lo studio ha messo in evidenza il buon lavoro svolto finora: "Il lavoro della Film Commission è stato finora eccellente: operatori sia dell’offerta che della domanda audiovisiva si dichiarano soddisfatti. Questo è un buon punto di partenza su cui costruire politiche più ambiziose".

Uno dei nodi centrali emersi riguarda la necessità di operare scelte mirate: "Non tutte le produzioni devono generare impatti turistici significativi: è fondamentale fare delle scelte consapevoli, puntando su visibilità, riconoscibilità e qualità della comunicazione".

Tournoud propone un approccio concreto alla valorizzazione dei prodotti più incisivi, attraverso la creazione di itinerari tematici, esperienze turistiche dedicate e prodotti brandizzati. "Pensiamo, ad esempio, a come un film come Le otto montagne possa essere capitalizzato con itinerari dedicati, esperienze immersive e prodotti turistici mirati. Sono iniziative di questo tipo che rendono concreta la ricaduta sul territorio". 

A questo si aggiunge la necessità di rafforzare la comunicazione tra gli attori coinvolti e strutturare l’offerta legata agli eventi: "Occorre rafforzare la comunicazione con gli stakeholder privilegiati e organizzare eventi strutturati, coordinati, in un calendario condiviso".

Infine, Tournoud richiama l’attenzione sulla sostenibilità: "Non dimentichiamo il tema della sostenibilità: l’esperienza del Lago di Braies, dopo Un passo dal cielo, ci insegna che la promozione turistica va sempre accompagnata da una gestione attenta del territorio". Lo studio invita dunque a sviluppare strumenti di misurazione, strategie condivise e una progettualità più integrata per valorizzare il cineturismo in modo consapevole e sostenibile.

info FCVdA