"Una delle cose che spesso ci viene da taluno rimproverato, è che noi dovremmo fare gli impianti in Valle d'Aosta. Qui non capisco dove noi stiamo deviando dalla legge regionale istitutiva 20 del 2000 (Interventi per l'acquisizione di partecipazioni in società di produzione e distribuzione e vendita di energia elettrica ndr), quando al terzo comma dell'articolo 1 sulle finalità la stessa legge dice che bisogna ridurre l'impatto degli impianti e delle infrastrutture energetiche sul territorio, non di aumentarle".
Lo ha detto l'ad della Compagnia Valdostana delle Acque-Cva, Giuseppe Argirò (al centro nella foto sotto), nel corso di un'audizione in Quarta commissione consiliare regionale 'Sviluppo economico' presieduta da Roberto Rosaire (Uv), il 28 novembre 2024.
L'allusione del dirigente era alle polemiche divampate soprattutto nella primavera del 2024, quando fu reso noto il progetto di Cva per la realizzazione di un parco eolico in Sardegna fra Sindia e Pozzomaggiore, in provincia di Nuoro. Intervento da qualche centinaio di milioni e furono avanzati dubbi da più parti politiche sui reali vantaggi per la Valle d'Aosta derivanti da quell'operazione.
La replica di Argirò in Quarta commissione fu netta. Mostrò ai consiglieri la fotografia di un grande impianto fotovoltaico realizzato da un privato su una collina in Valle e ben visibile anche dall'autostrada: "Questo è quello che intendiamo per impatto di infrastrutture energetiche, pur con molto rispetto per il titolare di questo impianto". L'ad di Cva sosteneva che questo tipo di impianto era giustamente censurato dalla legge 20 del 2000 e che "una regione così meravigliosa, che deve fare del paesaggio il proprio motore economico, e per fortuna lo sta facendo" non si può "violentarla con infrastrutture energetiche che hanno questo tipo di impatto e mi pare di poter dire che il territorio non abbia aree idonee per poter insediare questo tipo di impianti".
E ancora: "Peraltro non solo non ci sono aree idonee per l'insediamento di questi impianti, ma tralatro sarebbe incoerente con il comma 3 dell'articolo 1 della legge 20/2000 che dice: 'ridurre l'impatto sul territorio delle infrastrutture energetiche'; quindi noi, in coerenza anche con questo, cerchiamo di fare impianti nell'interesse di Cva e quindi del suo azionista, la Regione Valle d'Aosta, laddove ci sono aree idonee che lo consentono (...) Un conto è fare un intervento a un impianto in un'area idonea, in un'area che non ha un impatto paesaggistico, diciamo che finché questo Consiglio di amministrazione (di Cva ndr) è in carica, noi impianti che garantiscano un impatto paesaggistico negativo sulla Valle d'Aosta non ne faremo. Poi, evidentemente, se si vorranno fare, basta sostituire questo Consiglio di amministrazione e si faranno gli impianti anche in Valle d'Aosta, però disattendendo il comma 3 dell'articolo 1 della legge 20 del 2000".