L’acqua è uno degli elementi più importanti e fondamentali per la nostra sopravvivenza e per la terra, trattato innumerevoli volte e studiato in diversi settori scientifici, astronomici, sociali, economici e altro ancora. Osservato e utilizzato anche spesso come solvente potente per la cura in ambiti di medicina alternativa è il solo elemento che esista nei tre stati: solido liquido e gassoso in natura.
Ormai da decenni è stata scientificamente osservata e sperimentata con successo un'altra sua caratteristisca fondamentale: è dotata di memoria. Molti gli studiosi che hanno scritto su di essa e molti i risultati ottenuti nell'osservazione di questa meravigliosa qualità. Molti gli studiosi che hanno scritto su di essa e molti i risultati ottenuti nell'osservazione di questa meravigliosa qualità
Per essere più chiari, per 'memoria' s'intende la possibilità dell’acqua, in forma liquida, di mantenere una 'impronta' delle sostanze o delle energie con cui è venuta in contatto.
Facciamo un passo indietro:
Grad e la trasmissione di energia psichica tramite acqua
Negli anni ’60 il dottor Bernard Grad dell’università McGill di Montreal fece accurati esperimenti per appurare se i guaritori psichici – che operavano mediante imposizione delle mani – fossero in grado di ottenere risultati indipendenti dal loro carisma, cioè dall’effetto placebo. Per far ciò, decise di operare su semi d’orzo anziché su persone. Invece di far trattare i semi direttamente dal guaritore, fece trattare l’acqua di irrigazione, e verificò che i semi d’orzo bagnati con l’acqua trattata germogliavano prima degli altri e contenevano più clorofilla. Non solo, ma al contrario i semi innaffiati con acqua che era stata tenuta in mano da pazienti psichiatrici ritardavano la loro crescita rispetto ai semi innaffiati con acqua normale.
Hahnemann e l’omeopatia
Samuel Hahnemann (1755-1843), brillante medico tedesco, è lo scopritore e lo sviluppatore della medicina omeopatica. Applicando la legge dei simili (il simile cura il simile) egli sperimentò che era possibile curare la patologia di un paziente confrontando il complesso dei suoi sintomi con il quadro farmacologico di un particolare rimedio. I rimedi utilizzati in omeopatia subiscono un processo di diluizioni in acqua e 'succussioni' successive, al termine del quale nel rimedio non è presente nemmeno una molecola della sostanza di partenza. Non solo, ma più alta è la diluizione, più efficace è la terapia. L’efficacia dei rimedi omeopatici dipende dal fatto che l’acqua memorizza e trasmette al paziente non il medicamento ma la sua vibrazione energetica
Bach e la floriterapia
Analogo discorso vale per la floriterapia, messa a punto dal medico inglese Edward Bach (1886-1936)a partire dal 1928. Anche nella floriterapia, l’efficacia dipende dalla capacità dell’acqua di immagazzinare le energie sottili dei fiori mediante la loro esposizione alla luce solare
Masaru Emoto
Il Dr. Masaru Emoto, scienziato e ricercatore giapponese, presidente dell’ IHM General Research Institute, asserendo che l’acqua ha una memoria, a partire dal 1984 ha messo a punto una tecnica per esaminare al microscopio e fotografare i cristalli che si formano durante il congelamento di diversi tipi d’acqua. Ha fotografato l’acqua esposta a parole scritte, pronunciate, a musica, preghiere, acqua di montagna, acqua inquinata, ecc.
Ne è emerso che i cristalli dell’acqua trattata mutano struttura quando vengono loro inviati messaggi; assumono forme armonicamente simmetriche o caotiche e disordinate in conseguenza del tipo di energia a cui vengono esposti.
Parecchi testi sono stati scritti da Masaru Emoto ( https://www.amadeux.net/sublimen/dossier/masaru_emoto.html) con tanto di immagini e spiegazioni davvero straordinarie.
L’acqua dunque si comporta come una sorta di nastro magnetico liquido in grado di registrare in modo molto sensibile e quindi restituire le informazioni energetiche che riceve dall’ambiente. Essendo il nostro corpo composto al 70% d’acqua, è facile intuire come questi stimoli possano facilmente influire in modo positivo o dannoso sulla nostra salute.
Luc Montagnier
Luc Montagnier, premio Nobel 2008 per la medicina, confermò l’emissione di onde a bassa frequenza (EMS) in alcune diluizioni di filtrati provenienti da colture di microorganismi (virus, batteri) o dal plasma umano infettato dagli stessi agenti patogeni.
Essendo la dimensione delle strutture che generano le EMS molo piccole, ciò ha giustificato la loro denominazione di “nanostrutture”. Gli studi seguenti fecero presupporre a Montagnier e ai suoi collaboratori come potesse essere l’organizzazione dell’acqua a spiegare tutto. L’acqua non solo è in grado di interagire con le molecole disciolte in essa, stabilizzandole, ma le stesse molecole di acqua possono formare aggregati o polimeri (strutture comunque piuttosto labili)
Emilio Del Giudice
Furono poi Emilio del Giudice – scienziato di fama internazionale – e il suo gruppo di lavoro a proporre e mostrare come l’acqua potesse organizzarsi in domini di coerenza, con la dimensione di nanostrutture ed in grado di autorigenerarsi e mantenersi con l’emissione di onde elettromagnetiche. I Domini di Coerenza sono il risultato della capacità di aggregazione e cooperazione per una finalità che i campi elettromagnetici informati hanno di organizzarsi in strutture complesse. Emilio del Giudice capì come l’acqua, che è il miglior solvente universale, fosse in grado di memorizzare le informazioni ricevute dai soluti con i quali entrava a contatto, aggregandoli in gruppi di molecole chiamate ”bioclusters” (domini di acqua corrente dotate di un proprio Campo Elettro Magnetico, CEM) attraverso il quale avviene un continuo scambio di informazione
Jacques Benveniste
Jacques Benveniste (1935-2004), medico e immunologo francese noto a livello internazionale per i suoi studi sulle allergie e sul sangue, all’epoca direttore della ricerca medica all’Inserm (il Cnr francese), è l’autore dell’esperimento chiamato «memoria dell’acqua», pubblicato da Nature nel 1988 e poi cancellato perché ritenuto non ripetibile. Benveniste fu poi accusato di truffa e di conflitti di interesse con le aziende di prodotti omeopatici. Seppur additato dalla scienza internazionale, non fu mai licenziato dall’Inserm – cosa che invece avvenne per la sua segretaria – e continuò i suoi studi fino alla sua morte.
Una nuova ricerca sembrerebbe aver trovato una chiave scientifica a quello che cercò di provare Benveniste. Un team italo francese ha pubblicato su una delle riviste di fisica più prestigiose, il Journal of Physic, il lavoro: Dna,waves and water, che ad effetto gioca tra le parole Dna, onde (elettromagnetiche) e acqua. Ma ancora più importante è il nome di chi ha guidato il team francese: il premio Nobel 2008 per la medicina Luc Montagnier (scopritore del virus HIV nel 1983) insieme ai biologi Lavallè e Aissa. Il secondo gruppo di ricerca, l’italiano, era invece di fisici. Coordinato da Emilio Del Giudice, (Iib, International Institute for Biophotonics, di Neuss in Germania) con Giuseppe Vitiello (Fisico teorico del Dipartimento di matematica ed informatica dell’università di Salerno) e Alberto Tedeschi, ricercatore (White Hb di Milano)
E’ stato Montagnier a scoprire che alcune sequenze di Dna possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi «memoria» delle caratteristiche del Dna stesso. Ciò significa che si potranno forse sviluppare sistemi diagnostici finora mai progettati, basati sulla proprietà “informativa” dell’acqua biologica presente nel corpo umano: malattie croniche come Alzheimer, Parkinson, Sclerosi multipla, Artrite reumatoide, e le malattie virali, come Hiv-Aids, influenza A ed epatite C, “informano” l’acqua del nostro corpo (acqua biologica) della loro presenza, emettendo particolari segnali elettromagnetici che possono essere poi “letti” e decifrati.
Nel regno animale, l’acqua rappresenta una quota compresa tra il 90-95% negli organismi inferiori e il 70-80% in quelli superiori, uomo in testa. E all’interno delle strutture biologiche, l’acqua si può trovare sia come una molecola sia in forma combinata. In realtà, l’acqua ha ancora molti «segreti», potendo per esempio agire come fattore di risonanza magnetica all’interno delle cellule e riuscire a modificare la sua concentrazione in funzione dell’invecchiamento. Si può dire che siamo fatti d’acqua: il corpo di un bambino è composto di liquidi per l’80%, quello di un adulto per il 60%. Solo negli anziani la percentuale scende un pochino (45%). E il cervello è l’organo che ne ha di più (85%): nelle cellule, tra le cellule, tutt’intorno. Galleggia. Così come nel grembo materno, il feto galleggia nel liquido amniotico. Scoprire quindi che la molecola d’acqua «registra» le onde a bassa frequenza del Dna, le «memorizza» e le trasmette in un certo senso «amplificandole» apre realmente importanti prospettive
Non solo per la diagnosi, possibili sviluppi di tale scoperta potrebbero anche riguardare la cura. I segnali elettromagnetici presenti nell’acqua, infatti, sono riconducibili alla presenza o meno di una sua «memoria», intervenendo sulla quale si prospettano ampie possibilità di trasmissione dell’azione terapeutica dei principi attivi diluiti nell’acqua stessa. Dopo molti anni le ipotesi di Benveniste sembrano tornare di attualità. E questa volta con il supporto scientifico della Fisica italiana, notoriamente al top mondiale.
La ricerca indica la strada per arrivare a una migliore comprensione dei meccanismi di funzionamento del paradigma omeopatico, ma soprattutto sembra creare la base per una futura generazione di rimedi farmaceutici senza effetti collaterali perché diluiti, che basano il proprio meccanismo d’azione sull’acqua «informata» dal segnale elettromagnetico prodotto da sostanze presenti in essa a bassissime concentrazioni. Acqua «informata» e poi «attivata» tramite peculiari tecnologie chimico-fisiche.
Fonte: Emergere® Scuola integrata di Naturopatia e di crescita personale
https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/argomenti/memoria_acqua
https://www.amadeux.net/sublimen/dossier/masaru_emoto.html