Cronaca | 29 febbraio 2024, 13:05

Pensavo fosse trading...invece era una truffa che sta mettendo sul lastrico tanti valdostani

Denunce alla Polizia postale per oltre un milione di euro; il caso più eclatante è di un valdostano che se n'è fatto portar via circa quattrocentomila

Pensavo fosse trading...invece era una truffa che sta mettendo sul lastrico tanti valdostani

C'è chi ha lasciato ai truffatori poche migliaia di euro, chi si è indebitato per decine di migliaia, coinvolgendo nei debiti familiari, parenti e migliori amici. Tanti hanno messo in quei bonifici della speranza i risparmi di una vita convinto di investire per il futuro dei propri figli. Il caso più eclatante è di un valdostano che si è fatto portar via circa quattrocentomila euro in poco tempo.

Ammonta complessivamente a quasi un milione e mezzo di euro il 'bottino' sottratto a centinaia di valdostani vittime delle truffe tramite falso trading online, il miraggio dei 'bitcoin' facili che promette agiatezza senza bisogno di alzarsi dalla sedia di fronte al tavolo di cucina e invece regala povertà e dolore. Alla Polizia postale di Aosta le denunce per i fasulli investimenti in rete sono all'ordine del giorno e sono aumentate di almeno il 90% dal 2020 ad oggi. I motivi di questo aumento smisurato vanno sicuramente ricercati nella crisi economica, ma soprattutto nel numero più elevato di ore passate davanti al computer, complice il lockdown per il Covid-19. In questo contesto molti utenti, specie i meno esperti, sono caduti in raggiri per la sete di mettere a frutto i propri risparmi. 

Il più delle volte la truffa inizia con la telefonata di uno sconosciuto che si spaccia per un operatore di una società fittizia. Il cliente cade nella rete quando inserisce i propri dati e viene invitato a investire qualche centinaio o al massimo un paio di migliaia di euro. La truffa prosegue in due modi: si manda alla vittima, soltanto per la prima volta, una somma più alta rispetto a quella investita (ad esempio com'è capitato ad Aosta anche 2500 euro contro un 'investimento' di 1500) per carpirne totalmente la fiducia oppure (sono i criminali meno organizzati) viene mostrato un falso conto corrente che evidenzia come la cifra investita abbia subito fruttato dei guadagni. Tutto questo fa sì che il cliente regali la sua fiducia al truffatore e, soprattutto, che continui a investire i suoi risparmi. In seguito, un altro passaggio del raggiro può essere la richiesta al cliente di scaricare un’app, che è in realtà lo strumento del malvivente per avere sotto controllo la situazione economica del 'cliente' e per ottenere le password del banking online.

Il truffatore inizierà a prelevare piccole cifre, fino a rubare somme sempre più elevate di migliaia di euro oppure riuscirà a convincere la vittima ad aumentare il denaro investito accampando scuse per l'impossibilità di gestire i guadagni maturati, ad esempio 'i soldi sono bloccati su un conto di Bonn da controlli della Guardia di finanza tedesca e occorre pagare una quota per sbloccarli' e altre stupidaggini del genere che però agli occhi del truffato ormai in balìa del raggiro paiono circostanze attendibili. Quando la vittima, nella maggior parte dei casi, si renderà conto del fatto che dal suo conto reale sono spariti molti soldi e da quello virtuale non può attingere nulla, il truffatore gli prometterà di recuperarli in breve tempo. Non sarà così, perché nel giro di alcuni mesi le perdite aumenteranno fino a ridurre il truffato sul lastrico e magari con lui le persone dalle quali era riuscito a ottenere dei prestiti. 

Con in mano le denunce e i numeri di conti correnti reali e virtuali, gli investigatori possono fare ben poco, come dimostra lo scarsissimo numero di operazioni di polizia 'anti trading truffa' andate a buon fine.

Come riconoscere una truffa

La Polizia postale non si stanca di ricordare che l'investitore può comunque utilizzare alcuni stratagemmi per non cadere in un raggiro, in particolare per evitare di avere a che fare con siti-truffa. Bisogna diffidare quando si leggono informazioni poco chiare o incomplete; quando il sito non ha licenze o autorizzazioni; quando arrivano chiamate promozionali (anche perché in Europa sono illegali) o mail spam nelle quali viene promesso di fare soldi facili; quando si leggono storie inventate di persone che si sono arricchite dall’oggi al domani. Bisogna diffidare praticamente quasi sempre, insomma. 

 

pa.ga.