Dovrebbe essere sempre così, ovvero la cronaca giudiziaria deve rispettare "la verità dei fatti, anche soltanto putativa; la pertinenza dell'informazione consistente nell'interesse pubblico alla diffusione e conoscenza della notizia; e la continenza intesa come utilizzo di una forma linguistica civile e mai offensiva". Condizioni minime che nel caso in questione risultano rispettate e "oltre al diritto di cronaca, la libertà di espressione tutelata è anche quella della critica politica, poiché la notizia è rappresentata dalla pubblicazione parziale di un intervento di un consigliere regionale, nell'esercizio delle proprie funzioni".
Questi alcuni dei passaggi più significativi scritti dai giudici della Seconda sezione di Appello del Tribunale di Genova nella sentenza di assoluzione nei confronti dell'ex consigliere regionale di Forza Itali Enrico Tibaldi, condannato in sede civile in primo grado a un risarcimento di 10.000 euro perché accusato di aver leso l'immagine della società Watergenpower-Wgp srl durante un intervento in Consiglio Valle, ripreso da diverse testate giornalistiche.
Tibaldi aveva denunciato l'acquisto da parte di Cva di turbine elettriche cinesi risultate "difettose" per un valore di 15 milioni di euro. La fornitura era stata curata dalla Wgp srl. Nel ricorso la difesa segnalava "l'omessa valutazione del contesto nel quale l'appellante ha pronunciato le critiche e, precisamente, nell'esercizio delle proprie funzioni politiche di consigliere regionale e in sede consiliare, con le garanzie previste dell'articolo 122 della Costituzione e l'articolo 24 dello Statuto Regione Valle d'Aosta". Tesi accolta dai giudici, che hanno anche precisato come "le critiche avanzate sono del tutto attinenti a circostanze legate a fatti storici del momento e non contengono attacchi personali".
Durante la causa è stato anche dichiarato il fallimento della Watergenpower srl, che oggi è in liquidazione. Quello di Tibaldi era stato il primo caso di un consigliere regionale condannato per dichiarazioni rese nell'Aula del Consiglio.