E' fissata per le ore 11 del prossimo 24 gennaio, di fronte al giudice Davide Paladino del tribunale di Aosta, l'udienza civile che vede l'azienda agricola 'Exploitation Agricole' dei fratelli Quendoz di Jovençan 'battersi' per l'annullamento di un provvedimento dirigenziale dell'11 ottobre scorso con il quale la Regione ha revocato alla 'Exploitation' un contributo ottenuto a giugno in base alla 'Legge Covid' per l'acquisto di due stufe destinate a riscaldare un alpeggio. Non solo, l'Amministrazione regionale ha anche disposto il divieto, per l’azienda agricola di Jovençan all'accesso a contributi, finanziamenti e agevolazioni regionali per un periodo di due anni a far data dal provvedimento di revoca; ai Quendoz è stato precluso l'accesso alla piattaforma dei contributi e del divieto è stata data informazione a tutte le strutture regionali e agli enti preposti alla concessione di provvidenze. Di più, nel provvedimento firmato da Laura Montani, dirigente della Struttura investimenti aziendali e pianificazione territoriale dell'assessorato dell'Agricoltura, è scritto nero su bianco che la Exploitation Agricole ha "reso falsa dichiarazione resa in merito all’oggetto dell’investimento" ovvero ha rilasciato false attestazioni per ottenere il contributo finalizzato all'acquisto delle stufe e anche sulla reale ultimazione dei lavori effettuati per piazzarle. Si tratterebbe di un reato penale, dunque, che però ad oggi non risulta segnalato alla Procura della Repubblica.
Andando con ordine, l’azienda di Jovençan ha presentato il 29 ottobre 2021, mediante piattaforma regionale dedicata, la domanda di contributo per l’acquisto di due stufe, una a pellet e una a legna, per un importo complessivo di euro 13.000, al netto dell’Iva, come da preventivo di spesa allegato alla domanda; il contributo è stato concesso con provvedimento dirigenziale il 26 novembre 2021: 3.900 euro.
Il 26 aprile 2023, la Exploitation Agricole ha presentato domanda di pagamento rendicontando la spesa per l’acquisto delle due stufe, ma gli uffici diretti dalla dirigente Montani hanno chiesto all'azienda di indicare il nesso di strumentalità dei beni acquistati con l’attività agricola svolta e di dimostrare la congruità della spesa sostenuta, considerato che almeno uno delle due stufe, da una rapida indagine di mercato effettuata sul web dagli uffici regionali, risultava avere un prezzo molto inferiore a quello proposto a finanziamento.
Il 31 maggio i fratelli Quendoz fanno sapere alla Regione di essersi basati, per la richiesta di contributo, sul preventivo predisposto dal loro rivenditore di fiducia, che le stufe sono ubicate presso il loro alpeggio e che la strumentalità è legata alla necessità di riscaldare i locali durante la stagione estiva.
Il giorno dopo il recepimento delle giustificazioni dei Quendoz, gli uffici regionali hanno chiesto al rivenditore di fiducia di dichiarare i prezzi di vendita praticati alla data del 26 ottobre 2021 per gli stessi beni indicati nella domanda di aiuto. Il commerciante ha risposto precisando che una delle due stufe era fuori produzione, mentre l’altra non era una sola stufa, ma due pezzi: una stufa a legna e un piano cottura a gas coordinati prodotti dalla stessa casa produttrice; informazioni non coincidenti con la documentazione in possesso dell’amministrazione circa la fornitura oggetto di contributo e cosi, a luglio, funzionari regionali effettuano un sopralluogo presso l’alpeggio gestito dai Quendoz.
Quello che vedono evidentemente non li soddisfa, perché dopo aver cercato inutilmente di raggiungere telefonicamente i titolari della Exploitation, tornano nei loro uffici e iniziano a preparare il provvedimento di revoca del contributo, che viene notificato prima possibile ai Quendoz e del quale viene informato anche il loro rivenditore, che è ancora in possesso delle stufe che però sono già state regolarmente pagate.
Ricevuto il provvedimento di revoca con tanto di 'pene accessorie' e accusa di reato, i Quendoz corrono dal loro avvocato (di un Foro piemontese) che, una volta preso atto della vicenda, ha scritto all'assessorato regionale dell'Agricoltura, alla Presidenza della Giunta segnalando una "ingiustizia sostanziale pregiudizievole per la Società agricola Exploitation Agricole" e contestualmente invoca "per senso di equa giustizia sostanziale verso il mondo agricolo, l’attivazione in autotutela della Regione Autonoma Valle d’Aosta, quantomeno per elidere le oltremodo punitive iniziative sin qui adottate (verso i Quendoz ndr)".
Tutto inutile, forse anche a causa dei tempi ormai troppo stretti: la patata bollente da 3.900 euro (ma dal valore simbolico, a questo punto, certamente molto più alto) ora è passata nelle mani del giudice.