Eventi e appuntamenti | 25 novembre 2023, 08:50

'Emozione, rispetto e sano timore sono le regole dello snowboard estremo'

Ieri al Grand Hotel Billia l'ultimo incontro della rassegna 'Aperitivo col Campione' insieme a Davide Capozzi ed Ettore Personnettaz

Da sn Luca Casali, Ettore Personnettaz e Davide Capozzi

Da sn Luca Casali, Ettore Personnettaz e Davide Capozzi

"Ci sono vie alpine, 'linee' che non scenderò mai, altre che non scenderò più e altre ancora che vorrei provare. Ho fatto molto in questi anni e soprattutto ho imparato molto non solo su questa disciplina ma sulla vita". Confermando di essere uno che il successo sportivo se lo è coltivato giorno dopo giorno con passione e fatica, Ettore Personnettaz queste parole le ha dette sul palco ma anche a margine dell'ottava e ultima tappa della rassegna Aperitivo col Campione, che si è svolta ieri venerdì 24 novembre al Grand Hôtel Billia di Saint-Vincent che ne è stato organizzatore.

Maestro di Telemark e Istruttore federale di Mountain-Bike FCI, Personnettaz si è raccontato al giornalista sportivo Luca Casali insieme a Davide Capozzi, specialista in snowboard estremo. "Uno sport, quello che ci siamo scelti, impraticabile se non si hanno conoscenze alpinistiche e di fatto se non si pratica l'alpinismo. Non occorre essere dei 'campioni' del ghiaccio e del misto ma una certa competenza ci vuole, altrimenti non si potrebbero salire le pendenze che utilizziamo per scendere...".

Classe 1971, di Courmayeur, Capozzi è tra i migliori snowboarder di ripido al mondo. "Ho iniziato a muovermi sugli sci da adolescente lo snowboard l'ho messo ai piedi per la prima volta a 18 anni" racconta. Il suo ambiente naturale per lo snowboarding sono state le montagne valdostane, soprattutto il massiccio del Monte Bianco. "Non ho mai cercato montagne al di fuori dei miei orizzonti, ho sciato le montagne che meglio conoscevo e in quegli ambienti ho organizzato le mie discese".

Insieme a Ettore Personnettaz ha percorso linee difficilissime come la parete est dell’Aiguille Blanche de Peuterey, il couloir nord di Col Armand Charlet, la parete ovest del Monte Bianco e  la parete nord del Pain de Sucre. Tra le vette più piramidali, la Grivola (prima salita, anzi prima 'discesa' nel 2014) la parete Sud-Ovest, cresta Sud Est e parete Est del Grand Combin de Grafenière.

Ettore Personnettaz ha fatto dello snowboard da oltre 25 anni la sua passione e professione collaborando con aziende di settore. In inverno ama scoprire nuovi percorsi fuori pista, organizza dei Camp Freeride dedicati in particolare agli amanti della splitboard. Giornalista pubblicista dal 2001, coltiva la passione per la montagna anche in sella alla sua mountain-bike con corsi dedicati ai bimbi, passando per i bike-park e il downhill con i ragazzi e continuando con l’esplorazione freeride/enduro assieme agli amanti di trail e singletrack unici.

Affrontare 'ripide' come quelle scelte da Ettore e Davide richiede una preparazione certosina, una elevata conoscenza della montagna e doti fisiche non comuni. E tanta adrenalina in corpo, come ha ricordato Casali al pubblico attento del G.H. Billia. "Si studiano 'linee' di discesa per anni, a volte si rinuncia ovviamente, per altre ci si allena, si confrontano le vie e poi magari la neve non è quella che speravamo di trovare -  hanno spiegato praticamente all'unisono Capozzi e Personettaz - si scende, nella consapevolezza che la paura è una compagna che ti accompagna...non è sbagliato avere paura, occorre saper mediare le proprie emozioni e valutare sempre con attenzione tutto". Poi c'è l'emozione della discesa, l'inebriante sensazione di aver compiuto l'impresa. "Non posso certo lamentarmi  - ha ribadito Davide- sono sceso un po' ovunque e sono stato praticamente su tutte o quasi le vette che avrei voluto scendere. Le rinunce? Fanno parte del sport e della vita, naturalmente". 

Con spontaneità e onestà intellettuale, Personnettaz ha ricordato le difficoltà di affrontare una disciplina come lo snowboard estremo: "E' un'ambiente dove esperienza e allenamento contano 'tutto' e se si soffre di vertigini beh...meglio lasciar perdere! L'approccio deve essere graduale e costante; non ci si può improvvisare guardando una montagna e pensando 'bella, mi piace...ci vado...questo assolutamente non si fa". 

Il campione valdostano ha ricordato anche la sua esperienza con gli snowboarder diversamente abili: "Un'esperienza di crescita anche e soprattutto per me; lavorare con quei ragazzi è stata una fortuna: all'inizio mi sentivo inadeguato, poi tutto è venuto da sé. L'intensità e la felicità che possono trasmetterti va oltre le aspettative". 

Davide ed Ettore hanno accennato con semplicità anche ai cambiamenti climatici che condizionano le attività sportive in quota: ci si deve adeguare e non si può fare altrimenti...

pa.ga.

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