I concorsi per le assunzioni si fanno, ma rimane il problema della mancanza di personale nel carcere di Brissogne. Lo ha spiegato ieri la difensora civica della Regione, Adele Squillaci, che tra i suoi vari ruoli è anche Garante dei diritti dei detenuti, durante la conferenza stampa di presentazione dell'attività svolta nel 2022.
"I concorsi per il reclutamento di funzionari giuridico pedagogici, che noi chiamiamo educatori, e di agenti penitenziari sono stati espletati- afferma- tuttavia ad accettare questa possibilità non sono stati tutti i giovani idonei: molti non hanno accettato pur avendo vinto il concorso e altri non hanno scelto la Regione Valle d'Aosta. Ora si attende una nuova procedura di reclutamento perché la situazione potrebbe diventare un po' difficile". Gli educatori rimasti sono infatti soltanto due, di cui uno prossimo al pensionamento. Gli agenti sono invece 46, a cui si aggiungono altri 12 agenti scelti. "Si è cercato di capire se magari in futuro possano esserci concorsi su base regionale, ma per il momento non è all'ordine del giorno", ha aggiunto Squillaci.
Il carcere di Brissogne, l'unico della Regione, ospitava al 31 dicembre scorso 102 detenuti, a fronte di un capienza regolamentare che è tornata ad essere di 181 unità, di cui 44 italiani e 58 stranieri. Per la garante, nella realtà valdostana "non si può parlare di sovraffollamento", ma "ciò che preoccupa, pur avendo la possibilità di usufruire delle prestazioni del personale medico e paramedico di grande preparazione e professionalità, presente in numeri adeguati, perlomeno, durante il giorno, è il peggioramento evidente di tutta la popolazione carceraria italiana che ha risentito, soffrendo più degli altri cittadini delle conseguenze derivanti dalla pandemia".
"Dai colloqui con i detenuti - ha aggiunto - è emersa la necessità di ascolto e di una maggiore presenza di psicologi che possano contenere evidenti stati di tristezza, rabbia o preoccupazione continua e comprensibile anche per le situazioni dei familiari, spesso persone anziane o bambini, residenti in altre regioni o Stati".
Quanto ai numeri dell'attività svolta, i casi trattati dall'ufficio nel 2022 sono stati 122, di cui due non conclusi del 2021. Il 74,6% dei casi è stato definito entro l'anno, mentre dei 31 casi non conclusi 27 derivavano dall'ultimo colloquio avvenuto a fine dicembre scorso e in gran parte conclusi a inizio 2023.
"Si tratta di casi strettamente connessi alla condizione di restrizione della libertà personale che riguardano il rapporto con il carcere, come le condizioni della Casa circondariale di Brissogne e della detenzione, i rapporti con il personale dell'istituto e i trasferimenti", si legge nella relazione.
Squillaci si sofferma sui lavori di cui il carcere necessitava e che sono stati effettuati: "Alla mia prima visita nella casa circondariale, l'attuale direttrice che è reggente mi ha subito illustrato la necessità di intervenire perché l'istituto risale al 1984 e la manutenzione ordinaria non bastava più- dice- un problema riguardava l'acqua che usciva gialla dai rubinetti: si è capito che si trattava di un problema di tubazioni che andavano rinnovate. È poi stato istituito un servizio di videosorveglianza, molto utile per i detenuti e gli agenti, anche perché ultimamente si è vissuto qualche problema in più per l'arrivo di alcuni detenuti da altre realtà carcerarie con presumibili problemi di tipo psicologico".