Religio et Fides | 26 dicembre 2025, 06:40

Santo Stefano tra storia, fede e tradizione

'Pur di entrare all'interno della mangiatoia, Tesia avvolse un sasso come se fosse un bambino. Secondo la leggenda, non appena la Madonna se ne accorse, trasformò il sasso in un bambino vero e proprio, il cui nome era Stefano'

Santo Stefano tra storia, fede e tradizione

Trascorso il Natale, la giornata del 26 dicembre ci invita a tuffarci nella memoria e nella devozione per Santo Stefano, primo martire della storia cristiana. La sua commemorazione è un viaggio che intreccia fede, leggenda e tradizione, capace di unire la dimensione spirituale con quella popolare. Il nome stesso porta con sé un significato profondo: in Grecia, da cui deriva, Stéphanos corrisponde a “corona”, simbolo di vittoria e di gloria eterna.

Secondo gli Atti degli Apostoli, la vita del santo si concluse intorno al 36 d.C. Fu accusato di blasfemia dal sinedrio e condannato alla lapidazione, tipica esecuzione giudaica, diventando così il “protomartire”, il primo a testimoniare la fede fino al sacrificio. Dopo la Pentecoste si unì agli apostoli, predicò con forza la parola di Cristo e contribuì alla conversione di molti ebrei, suscitando l’ostilità dei sacerdoti. La sua morte, narrata nei capitoli 6 e 7 degli Atti, segna l’inizio della lunga storia dei martiri cristiani.

In Italia, la ricorrenza di Santo Stefano è festa nazionale dal 1947, scelta dallo Stato per prolungare le celebrazioni natalizie, così come avviene con il Lunedì dell’Angelo a Pasqua. Prima di allora, il 26 dicembre era un giorno lavorativo. Curiosamente, nelle Chiese ortodosse e protestanti la festa cade il 27 dicembre, mentre nel calendario occidentale è stata posta subito dopo Natale per sottolineare la coerenza temporale in quanto Stefano fu il primo dei Comites Christi, i compagni di Gesù che testimoniarono la fede fino al martirio.

In Italia, questa ricorrenza è spesso associata alla convivialità. Si consumano gli avanzi dei cenoni, si organizzano gite e scampagnate, oppure ci si dedica a momenti di preghiera e raccoglimento. Per i bambini, la sua storia viene talvolta raccontata in forma di leggenda: la madre di Stefano, Tedia, desiderosa di un figlio, si recò da Maria portando un masso avvolto nello scialle come fosse un neonato. Maria le predisse che il suo desiderio si sarebbe avverato, e il masso si trasformò in bambino. Ma aggiunse che quel figlio, nato da una pietra, sarebbe morto proprio a causa delle pietre; come  un presagio del martirio. Non a caso, Santo Stefano è invocato da chi soffre di calcoli, il cosiddetto “mal di pietra”, ed è patrono di tagliapietre e muratori.

La sua figura è stata celebrata anche nell’arte, diversi pittori lo raffigurano.

Giotto lo dipinse tra il 1330 e il 1335 in una tavola raffinata, elegante nella sua dalmatica, con un libro in mano e le pietre sul capo, simbolo del suo sacrificio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La ricorrenza di Santo Stefano è festa nazionale in molti Paesi europei, tra cui Austria, Germania, Irlanda, Italia, Danimarca, Croazia, Serbia, Montenegro e Romania. Nel Regno Unito e nei Paesi del Commonwealth coincide con il Boxing Day, mentre in Irlanda è chiamata Lá Fhéile Stiofán o Lá an Dreoilín, e in Catalogna prende il nome di Sant Esteve.

La tradizione popolare ha tramandato proverbi legati a questa giornata. In Francia si dice: “A Santo Stefano le giornate si allungano di uno spillo”, segno del lento ritorno della luce dopo il solstizio d’inverno. In Italia è celebre l’espressione “Durare da Natale a Santo Stefano”, riferita a qualcosa che si rompe subito, nel giro di un giorno.

Auguri a tutti i lettori e a quanti festeggiano oggi il loro onomastico; Santo Stefano resta, ancora oggi, un simbolo di fede incrollabile e di tradizione che unisce popoli e culture.

red.laprimalinea.it