Anche quest'anno la notte di Natale si è trasformata, in diverse località della Valle d’Aosta, in un suggestivo viaggio nel tempo. Sui sagrati delle chiese o in spazi dedicati, prima o dopo la Messa di mezzanotte, sono state organizzate le tradizionali Veillà, momenti di comunità che hanno riportato in vita gli antichi mestieri e le atmosfere della civiltà rurale valdostana.
Fabbri, falegnami, filatrici, contadini e artigiani hanno animato piazzette e sagrati, offrendo a residenti e visitatori una rivisitazione fedele delle attività di un tempo. Un modo semplice ma intenso per riscoprire le radici culturali del territorio, nel segno della condivisione e della memoria collettiva, in una notte simbolo per eccellenza di attesa e rinascita.
Le Veillà, illuminate da fiaccole e luci soffuse, hanno così accompagnato la celebrazione religiosa, rafforzando il legame tra fede, tradizione popolare e identità locale. In molti casi non sono mancati canti, racconti in patois e piccoli momenti conviviali, a testimonianza di un Natale vissuto non solo come rito religioso ma anche come esperienza comunitaria.
Parallelamente, la comunità dei cristiani ortodossi presenti in Valle d’Aosta si è riunita ad Aosta, nell’antica chiesa di Saint-Martin de Corléans (foto sopra). Qui si sono svolti i Vespri e la Santa Messa di Natale secondo il rito ortodosso, in un clima di profondo raccoglimento e spiritualità. La scelta di Saint-Martin de Corléans, luogo carico di storia e significati, ha conferito ulteriore solennità alla celebrazione, sottolineando la pluralità delle tradizioni cristiane presenti sul territorio e il loro radicamento in spazi che parlano di secoli di fede e di cultura.
Una notte di Natale, dunque, vissuta in Valle tra antichi mestieri, memoria storica e liturgie diverse, ma unite dallo stesso desiderio di ritrovarsi, condividere e rinnovare un senso di comunità.










pa.ga.



