Politica | 18 dicembre 2025, 16:07

Dal Consiglio Valle via libera a bilancio da oltre due miliardi nel 2026

Dal Consiglio Valle via libera a bilancio da oltre due miliardi nel 2026

Dopo tre giorni di dibattito, il Consiglio Valle ha approvato il Documento di economia e finanza regionale, la legge di stabilità e il bilancio di previsione della Regione per il triennio 2026-2028. La maggioranza composta da Union Valdôtaine, Autonomisti e Forza Italia ha confermato i numeri in Aula, mentre le opposizioni si sono divise tra voto contrario e astensione, concentrando le critiche soprattutto sul metodo adottato nel confronto consiliare.

Il Defr è stato approvato con 20 voti favorevoli su 33 presenti (UV, AC e FI), 5 contrari (Fratelli d’Italia e Alleanza Verdi e Sinistra) e 8 astenuti (Lega VdA, PD-Federalisti Progressisti, La Renaissance e AdC). Stesso esito politico per la legge di stabilità regionale, approvata con 21 voti favorevoli su 34 presenti, 5 contrari e 8 astenuti. Sul testo sono stati recepiti sette emendamenti, sei provenienti dalla seconda Commissione e uno dell’Assessore allo sviluppo economico, mentre ne sono stati respinti quattro presentati dai gruppi Lega VdA e La Renaissance. Il bilancio di previsione ha ottenuto 21 voti a favore, 5 contrari e 8 astensioni; anche in questo caso è stato respinto un emendamento di Lega VdA e La Renaissance. Dei 57 ordini del giorno presentati complessivamente, 41 sono stati respinti e 16 ritirati.

Il bilancio di previsione pareggia in 2 miliardi e 16 milioni di euro per il 2026, in 1 miliardo e 740 milioni per il 2027 e in 1 miliardo 662 milioni per il 2028. Per il 2026 le entrate di competenza, al netto delle partite di giro, ammontano a 1 miliardo 662 milioni di euro, con un incremento del 2,16% rispetto al 2025. La spesa per investimenti cresce del 15,8%, raggiungendo i 459 milioni di euro, mentre la spesa corrente è prevista in 1 miliardo 437 milioni di euro, in aumento del 3,08%, principalmente a causa dell’incremento del costo del personale legato ai rinnovi contrattuali.

Nel 2026, alla tutela della salute è destinato il 21% delle risorse complessive, pari a 418,1 milioni di euro, all’istruzione e al diritto allo studio il 13%, con 241,5 milioni, e alle relazioni con le altre autonomie territoriali l’11,34%, pari a 219,5 milioni. Queste tre missioni rappresentano complessivamente il 45,30% degli stanziamenti. Seguono i servizi istituzionali con oltre 148 milioni di euro, la tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali con 49,7 milioni, le politiche giovanili, sport e tempo libero con 102,5 milioni – voce che comprende anche l’aumento di capitale alla Cervino spa per il rinnovo del complesso funiviario Breuil-Cervinia–Plateau Rosa – il turismo con 25,7 milioni, l’assetto del territorio e l’edilizia abitativa con 10 milioni, lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente con 110,2 milioni, i trasporti e il diritto alla mobilità con oltre 148,5 milioni, il soccorso civile con 58,5 milioni, le politiche sociali e per la famiglia con 137,5 milioni, lo sviluppo economico e la competitività con 42,4 milioni, le politiche per il lavoro e la formazione professionale con 29,4 milioni, l’agricoltura e le politiche agroalimentari con 28 milioni, l’energia con 16,7 milioni e i fondi e accantonamenti con 107,2 milioni di euro.

Sul piano politico, il confronto in Aula è stato segnato da critiche trasversali al metodo seguito dalla maggioranza. La capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Chiara Minelli, ha annunciato il voto contrario parlando di una manovra priva di una reale visione di lungo periodo e denunciando la bocciatura in blocco delle proposte della minoranza come segnale di chiusura ideologica. Sulla stessa linea il vicecapogruppo AVS Eugenio Torrione, che ha contestato le scelte su infrastrutture e grandi opere e la qualità complessiva del Defr.

Dal gruppo PD-Federalisti Progressisti, Fulvio Centoz ha espresso una profonda delusione per un atteggiamento definito di puro calcolo politico, mentre Clotilde Forcellati ha motivato l’astensione come atto di responsabilità istituzionale, sottolineando però la scarsa attenzione del bilancio alle persone più fragili e la mancanza di ascolto sulle proposte avanzate.

La Lega Vallée d’Aoste, con il vicecapogruppo Simone Perron, ha annunciato l’astensione rivendicando una visione alternativa sulle priorità economiche e sociali, mentre il capogruppo Andrea Manfrin ha difeso un approccio non pregiudiziale, valutando i singoli articoli e gli emendamenti. Critiche anche da Fratelli d’Italia, con Massimiliano Tuccari che ha parlato di un bilancio in continuità con la precedente amministrazione e di uno squilibrio a favore della spesa corrente, e con Aldo Domanico che ha attaccato Forza Italia per il voto favorevole a una manovra ritenuta incoerente con gli impegni del centrodestra.

Dalla maggioranza, il vicecapogruppo dell’Union Valdôtaine Michel Martinet ha difeso la manovra definendola solida e con i conti in ordine, sottolineando le risorse destinate alla protezione civile, al turismo e alle infrastrutture strategiche. Altri esponenti UV hanno richiamato l’attenzione su sanità, agricoltura, Comuni e riorganizzazione della pubblica amministrazione, rivendicando una visione di responsabilità e di equilibrio finanziario. Forza Italia, con il consigliere Marco Sorbara e il capogruppo Pierluigi Marquis, ha ribadito il proprio ruolo di forza di governo, sottolineando il carattere post-elettorale del bilancio e la volontà di contribuire, in maggioranza, a una programmazione orientata allo sviluppo e alla tutela delle fasce più deboli.

A chiudere il dibattito, il capogruppo dell’Union Valdôtaine Aurelio Marguerettaz ha rivendicato la legittimazione politica della maggioranza e ha ricordato che il bilancio non rappresenta un punto di arrivo ma un inizio di legislatura, con margini di confronto e di correzione che potranno trovare spazio nelle prossime variazioni e nel lavoro delle Commissioni.

red.laprimalinea.it