Cronaca | 16 dicembre 2025, 17:58

Morti in valanga in Val di Rhemes, iniziato il processo ad Aosta

Da sn le vittime Elia Meta, Sandro Dublanc e Lorenzo Holzknecht

Da sn le vittime Elia Meta, Sandro Dublanc e Lorenzo Holzknecht

È iniziato questa mattina, martedì 16 dicembre, al tribunale di Aosta, il processo nei confronti di Matteo Giglio, 52 anni, guida alpina valdostana, imputato di omicidio colposo plurimo per la morte di tre aspiranti guide travolte da una valanga il 13 aprile 2023 nella zona del colle della Tsanteleina, in alta Val di Rhêmes (foto sotto), a pochi metri dal confine con la Francia.

Giglio, istruttore del gruppo e unico superstite della tragedia, era stato rinviato a giudizio al termine dell’udienza preliminare dal gup Luca Fadda. Dopo due precedenti rinvii, questa mattina si è aperto il dibattimento che dovrà accertare eventuali responsabilità nella gestione dell’uscita di scialpinismo durante la quale persero la vita Sandro Dublanc, 43 anni, maestro di sci di Champorcher; Elia Meta, 36 anni, finanziere in servizio al Soccorso alpino della Guardia di finanza (Sagf) di Entrèves; e Lorenzo Holzknecht, 38 anni, campione di skialp residente a Bormio.

La valanga si staccò sul versante francese ma ad appena 80 metri dalla Val di Rhêmes. Fu lo stesso Giglio a lanciare l’allarme tramite dispositivo satellitare; riuscì inoltre a disseppellire parzialmente gli allievi prima di scendere a valle per incontrare i soccorritori. Coinvolto in modo marginale dal distacco, venne ricoverato all’ospedale “Parini” di Aosta e dimesso in breve tempo.

In una prima fase la Procura di Aosta aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, ritenendo credibile la versione fornita dall’istruttore: secondo il suo racconto, la valanga si sarebbe staccata al passaggio di Dublanc su un accumulo di neve ventata, già individuato ed evitato in precedenza dagli altri componenti del gruppo. La richiesta di archiviazione venne però revocata dopo il deposito, nel settembre 2023, di una memoria difensiva da parte del legale dei familiari di una delle vittime.

A causa del maltempo, i corpi dei tre sciatori furono recuperati solo il giorno successivo; nel frattempo il vento aveva alterato il manto nevoso, rendendo complessi e poco attendibili i rilievi nivologici sul posto. Da qui la decisione di disporre un incidente probatorio con perizia di tipo scialpinistico e informatico, basata anche sull’analisi delle tracce satellitari registrate dai dispositivi dei partecipanti.

Sulla base di quella relazione, il pm Francesco Roteglia ha contestato a Giglio alcune scelte operative, tra cui il mancato utilizzo di zaini airbag e una modalità di discesa nel canalone ritenuta non sufficientemente prudente. In particolare, secondo i periti, la progressione sarebbe avvenuta sì in modo scaglionato, ma per “tappe” all’interno del canale, senza attendere che ciascun corsista completasse interamente il tratto prima della discesa del successivo, aumentando così il rischio in caso di distacco.

Il processo è ora entrato nel vivo e proseguirà con l’esame dei testimoni e degli esperti chiamati a chiarire se, e in che misura, la tragedia potesse essere evitata.

pa.ga.