A quindici anni dall’entrata in vigore della Legge 38/2010, che garantisce il diritto all’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, la Lega Italiana contro il Dolore Valle d’Aosta-LICD-VdA ha promosso, venerdì 21 novembre ad Aosta, un incontro per fare il punto sullo stato di applicazione della norma, con particolare riferimento alla realtà valdostana. La conferenza si è svolta nella sala congressi del ristorante Intrecci, al termine dell’Assemblea dei soci.
'Il dolore è un diritto umano negato troppo spesso'
Il confronto è stato aperto dalla professoressa Mariagrazia Vacchina, presidente della LICD VdA, che ha richiamato il significato giuridico e culturale della Legge 38, ricordando come la sofferenza – fisica o mentale – debba essere riconosciuta e trattata come parte integrante del percorso di cura. La presidente ha inoltre illustrato le attività associative, tra cui 'La casa dei cittadini/La maison des citoyens' all’interno dell’Emporio solidale Quotidiamo di Aosta, gestita dalla LICD con il supporto del CSV VdA, uno spazio dedicato all’ascolto e al supporto delle fragilità.
Dolore fisico: Pasquariello denuncia ritardi e disomogeneità
Il dottor Lorenzo Pasquariello, specialista della LICD-VdA, ha presentato un quadro aggiornato sull’applicazione della legge in Italia, evidenziando luci e ombre. Se da un lato la normativa ha garantito semplificazioni nella prescrizione degli oppioidi e favorito lo sviluppo di reti locali, dall’altro persistono criticità significative: scarsa conoscenza tra i cittadini, formazione insufficiente, disomogeneità territoriali e assistenza domiciliare spesso carente.
Il problema maggiore resta la mancata uniformità tra regioni, con l’effetto di trasformare un diritto fondamentale in un “privilegio geografico”. Anche sul piano sociale, Pasquariello ha richiamato i dati del Rapporto Censis-Grünenthal: quasi 10 milioni di italiani convivono con dolore cronico moderato o severo, con costi economici e umani molto elevati.
Fusaro, 'il dolore mentale richiede comunità, non solo clinica'
Lo psicologo aostano Alessandro Fusaro ha dedicato il proprio intervento al dolore psicologico e alla sua crescente rilevanza sanitaria e sociale. Pur riconoscendo che in Valle d’Aosta negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti – con servizi psicologici attivi nelle scuole, nel pubblico impiego e nella rete ospedaliera e territoriale – permane un vuoto culturale: manca una comunità in grado di riconoscere e accogliere il dolore mentale con la stessa attenzione riservata al dolore fisico.
Fusaro ha richiamato la necessità di un approccio integrato, come indicano il Piano Nazionale per la Salute Mentale 2025-2030 e la nuova guida OMS (2025), che invitano a collegare ospedale, territorio, scuola, lavoro e terzo settore in una rete di salute mentale orientata alla dignità e all’inclusione.
Donati: 'La Legge 38 è un patto etico: curare significa anche alleviare'
Il bioeticista Giovanni Donati, membro del Comitato Etico Territoriale, ha introdotto un punto di vista etico e deontologico sulla Legge 38 del 2010, definendola “una delle più alte espressioni normative della centralità della persona malata”. La legge, ha spiegato Donati, richiama il medico a un’alleanza terapeutica fondata sul rispetto della dignità del paziente, sul consenso informato come relazione dialogica e sul rifiuto dell’accanimento terapeutico. “La cura palliativa – ha detto – è piena cura, non un’alternativa minore. La Legge 38 traduce in norma il dovere di alleviare la sofferenza, fondamentale nella deontologia ippocratica”.
La situazione in Valle d’Aosta
La rete valdostana di cure palliative e terapia del dolore, regolata dalle delibere regionali 1647 del 2012 e 1609 del 2023, è stata riconosciuta come un sistema “integrato e avanzato”. Comprende l’Hospice Beauregard, l’ADI dedicata, la SSD Terapia del Dolore regionale come hub, procedure di neurostimolazione, pompe intratecali, radiofrequenza e agopuntura. Tuttavia, sono emerse alcune priorità: potenziare il coordinamento MMG–Terapia del Dolore, pubblicare report periodici, rafforzare i PDTA per dolore nociplastico e fibromialgia, migliorare la comunicazione ai cittadinisui diritti sanciti dalla legge.
L’incontro si è concluso con un articolato dibattito pubblico, durante il quale cittadini, operatori sanitari e volontari hanno condiviso esperienze e criticità.


pa.ga.



