La Valle d’Aosta mostra performance superiori alla media nazionale nell’offerta di servizi ambulatoriali e residenziali per la prevenzione e la cura delle dipendenze, ma registra ancora l’assenza di servizi di primo livello, quelli a più alta accessibilità e rivolti in particolare alle persone che restano ai margini dei circuiti sanitari tradizionali.
È quanto emerge dall’analisi condotta dalla Fondazione Gimbe sull’organizzazione dei Servizi per le Dipendenze-SerD, presentata in occasione del 14esimo Congresso nazionale Federserd.
Nel dettaglio, nel 2024 la Valle d’Aosta conta 3,2 servizi ambulatoriali ogni 100.000 abitanti tra i 15 e i 74 anni, a fronte di una media nazionale di 2,6. I servizi ambulatoriali offrono programmi terapeutico-riabilitativi, trattamenti farmacologici e sostegno ai familiari, garantendo assistenza medico-sanitaria e psicologica.
Nel 2023, ultimo anno con dati completi, la regione presentava 16,5 utenti per ogni unità di personale dipendente, contro i 24,1 della media italiana, segno di una maggiore disponibilità di risorse umane in rapporto all’utenza.
Positivi anche i dati relativi ai servizi residenziali e semi-residenziali, che in Valle d’Aosta raggiungono un tasso di 5,4 strutture ogni 100.000 abitanti, più del doppio rispetto alla media nazionale (2,1). Queste strutture offrono percorsi di cura e riabilitazione calibrati sul tipo di dipendenza e in sinergia con i servizi territoriali.
L’anello mancante resta invece quello dei servizi di primo livello – come unità mobili, centri drop-in e strutture di prima accoglienza – completamente assenti in Valle d’Aosta nel 2024. A livello nazionale, il tasso medio è di 0,4 servizi per 100.000 abitanti.
Si tratta di presidi fondamentali per raggiungere le persone in condizioni di maggiore vulnerabilità, che spesso non accedono ai canali ordinari di cura.


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