L’Associazione italiana dei produttori idroelettrici Assoidroelettrica, rappresentata in Valle d'Aosta dall'imprenditore Alberto Arditi, di Saint-Vincent, ha presentato ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma per chiedere l’annullamento parziale del Piano di tutela delle acque-aggiornamento 2030, approvato dal Consiglio Valle lo scorso 18 giugno. L’udienza è fissata per mercoledì 15 ottobre.
Con una produzione complessiva di circa 4,5 miliardi di chilowattora l’anno, Assoidroelettrica – con sede legale a Bologna – si presenta sul proprio sito come l’associazione di categoria “più rappresentativa in Italia” del comparto idroelettrico, impegnata nella tutela “dal piccolissimo al grande impianto”.
Al centro del ricorso vi è la contestazione di un passaggio del documento in cui si stabilisce che, qualora un intervento di derivazione ricada in un’area classificata come 'Repulsione della matrice', esso debba considerarsi non compatibile a causa dell’aumento della pressione ambientale derivante dai prelievi idrici già esistenti.
Secondo Assoidroelettrica, la disposizione sarebbe illegittima nella parte in cui non esclude dall’applicazione della cosiddetta “direttiva derivazioni” i rinnovi delle piccole derivazioni d’acqua, cioè gli impianti con potenza uguale o inferiore a tre megawatt.
La Giunta regionale ha deliberato la costituzione in giudizio a difesa del Piano, conferendo l’incarico a Riccardo Jans, dirigente dell’Avvocatura regionale e all’avvocato Gianni Maria Saracco del foro di Torino.