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Eventi e appuntamenti | 21 settembre 2025, 07:32

Il Circolo Valdostano della Stampa al Priorato di Saint-Pierre tra storia e spiritualità

Da sn Cristina De La Pierre, Mariagrazia Vacchina e don Albino Blanchet

Da sn Cristina De La Pierre, Mariagrazia Vacchina e don Albino Blanchet

Quella di sabato 20 settembre è stata una giornata davvero speciale per il Circolo Valdostano della Stampa: dopo la pausa estiva, i soci si sono ritrovati per una visita al Priorato di Saint-Pierre, Casa di spiritualità immersa nella quiete della località valdostana. Il sole gentile del pomeriggio ha fatto da sfondo perfetto a quello che è diventato non tanto un classico itinerario culturale, ma un’esperienza da condividere — riflettere, meravigliarsi, riposare la mente.

Accompagnati da Albino Linty Blanchet, direttore del Priorato, e dall’architetto Cristina De La Pierre, già Soprintendente ai Beni culturali della Regione e oggi membro del Consiglio direttivo del Circolo, i membri del Circolo hanno attraversato questo luogo che pare sospeso nel tempo eppure vibrante di vita. Prima tappa: la chiesa e la torre, le parti più antiche che hanno resistito a un incendio devastante avvenuto nel 1676 — quell’evento che distrusse quasi tutto il complesso, tranne la chiesa stessa e la torre. 

Mentre camminavano nei cortili e nei chiostri, don Albino ha narrato loro delle origini: il Priorato è già citato in una bolla papale del 1176, con il nome di “Ecclesiam Sancti Jacobi de Castro Argenteo”, quando dipendeva dall’Arcivescovo di Tarantasia.  Nei primi anni del Duecento passò ai canonici di Saint-Gilles di Verrès e poi alla Congregazione del Gran San Bernardo (Mont-Joux), pur mantenendo una discreta autonomia, anche nei momenti critici del declino dell’Ordine. 

Particolarmente suggestiva è stata la visita alle due chiese principali, con un messaggio evangelico che si è rivelato universale, aperto alla speranza che non delude.

E' stato poi ricordato come, dopo il grande incendio del ’600, il Priorato fu ricostruito verso la fine del Seicento/inizio Settecento: la chiesa consacrata nel 1700, il campanile eretto nel 1699, la casa del Priorato riedificata, il cimitero regolato.

Salendo lungo i corridoi, Cristina De La Pierre ha fatto notare elementi architettonici – finestre, materiali, lo stile delle sale – che testimoniano le successive modifiche: da quando la Diocesi di Aosta acquistò l’edificio nel 1859, fino agli ampliamenti del 1960, degli anni ’80 e poi delle migliorie più recenti del periodo 2005-2010. 

Non solo mura e date però: la visita è stata anche un racconto di uomini e donne che hanno vissuto qui — sacerdoti anziani, ma anche laici in ritiro, animatori di incontri spirituali. Don Albino Blanchet ha descritto come oggi il Priorato ospiti diverse attività: ritiri di uno o più giorni, esercizi spirituali, corsi, incontri di preghiera e studio. 

Poi una pausa nel giardino che circonda la Casa, con vista sulle colline valdostane, respirando il silenzio interrotto solo dal canto degli uccelli o dal vento leggero tra gli alberi. È lì che è diventato chiaro ai soci del Circolo presieduto da Mariagrazia Vacchina quanto la bellezza del luogo non sia solo quella visiva, ma la capacità che ha di generare calma interiore, di invitare all’ascolto, al raccoglimento — qualcosa che, dopo mesi pieni, fa bene al cuore.

Infine la cena sociale: tra chiacchiere, risate e qualche sorpresa gastronomica locale, sono state condivise impressioni, domande e riflessioni.

red.laprimalinea.it