Per la prima volta, un’artista italiana ha vinto lo Zurich Art Prize, uno dei riconoscimenti più prestigiosi nel mondo dell’arte contemporanea. Si tratta di Rosa Barba, nata in Sicilia nel 1972, oggi residente a Berlino e docente al Politecnico di Zurigo. La sua vittoria non è solo un traguardo personale, ma anche un segnale importante per l’arte italiana, che si afferma in un contesto internazionale di grande rilievo.
Ma che tipo di premio è lo Zurich Art Prize? E soprattutto, qual'è l'arte di Rosa Barba? Lo Zurich Art Prize è un concorso annuale promosso dal Museum Haus Konstruktiv di Zurigo, in collaborazione con Zurich Insurance. Dal 2007 premia artisti che riescono a coniugare la tradizione dell’arte concettuale e costruttivista con linguaggi contemporanei e sperimentali. Non si tratta solo di un riconoscimento simbolico: il premio ha un valore concreto di 130.000 franchi svizzeri, di cui 100.000 sono destinati alla produzione di una mostra personale al museo e 30.000 vengono assegnati direttamente all’artista. In altre parole, è un’opportunità reale per creare e mostrare il proprio lavoro in uno spazio di grande prestigio.
Rosa Barba è un’artista che sfugge alle definizioni semplici. La sua pratica si muove tra cinema, scultura e installazione, ma non nel senso tradizionale. I suoi “film” non raccontano storie con attori e dialoghi: sono piuttosto paesaggi visivi e sonori, costruiti con pellicole, proiettori, fasci di luce e suoni ambientali. Spesso le sue opere sembrano sospese nel tempo, come se fossero frammenti di memoria o visioni poetiche. In alcune installazioni, la luce diventa materia da scolpire, il suono crea spazio, e il movimento della pellicola suggerisce un ritmo naturale, quasi geologico. Il suo lavoro è profondamente concettuale, ma anche sensoriale. Parla di scienza, di natura, di tempo e di paesaggio, ma lo fa in modo delicato e immaginativo. Al MoMA di New York, ad esempio, ha presentato The Ocean of One’s Pause, un’opera che riflette sul tempo e sull’ambiente, usando la luce come strumento narrativo.
Rosa Barba, The Ocean of One's Pause, ph. Jonathan Dorado, courtesy The Museum of Modern Art, New York. Copyright: Digital Image © 2025 MoMA, N.Y.
In altri progetti, ha proiettato immagini su superfici di sabbia o ha costruito sculture fatte di pellicola e suono, trasformando lo spazio espositivo in un’esperienza immersiva. La vittoria di Rosa Barba allo Zurich Art Prize è importante non solo perché è la prima italiana a riceverlo, ma anche perché la sua arte rappresenta una forma di pensiero visivo che unisce poesia, tecnologia e riflessione ecologica. È un’arte che non cerca di spiegare, ma di far sentire. Che non impone, ma invita. E che, proprio per questo, riesce a parlare a un pubblico ampio, anche quando usa linguaggi non convenzionali.
In attesa della sua mostra al Museum Haus Konstruktiv, possiamo già immaginare che sarà qualcosa di unico: un paesaggio di luce e memoria, dove il tempo si ferma e lo spazio si trasforma.