Pochi giorni fa Laprimalinea.it ha reso nota la delibera con la quale la Giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore alla Sanità, Carlo Marzi, l’adeguamento degli stipendi dei vertici della Usl Valle d’Aosta. Una decisione che ora fa discutere, soprattutto alla luce delle condizioni di lavoro del personale sanitario e del caro vita che grava su tutta la comunità.
Secondo la delibera, dal prossimo settembre il Direttore generale dell’Usl, Massimo Uberti, percepirà un trattamento annuo lordo di 154.937 euro, con la possibilità di un incremento fino al 20% legato ai risultati di gestione, a cui si aggiungono 5.164,57 euro per la formazione manageriale. In totale, la retribuzione potrà arrivare intorno ai 190 mila euro.
Per Direttore sanitario (Mauro Occhi) e Direttore amministrativo (Isabella Silvia Martinetto) la base sarà di 126.469 euro annui, anch’essa integrabile fino al 20% in base al raggiungimento degli obiettivi e con un bonus massimo di 3.615,20 euro per corsi di aggiornamento, portando la cifra complessiva a circa 155 mila euro.
La Giunta ha motivato l’adeguamento con “l’aumento del costo della vita”, i rinnovi contrattuali nazionali e la necessità di mantenere competitiva la Valle d’Aosta nel reclutamento del “management sanitario”.
Una scelta che però non convince il Movimento VdA Futura, che in una nota attacca l’Esecutivo regionale: “Chiediamo alla Giunta quali aumenti siano stati previsti per tutte le categorie che operano nelle strutture ospedaliere e sul territorio. Sono loro, con grande impegno e turni massacranti, a garantire assistenza ai cittadini”.
Il movimento sottolinea come il caro vita non riguardi solo i dirigenti, ma tutti i valdostani: “Il costo della vita è aumentato per tutti i cittadini e per tutti i lavoratori, dipendenti o liberi professionisti che siano. Quali misure sono state previste per loro? Dove stanno l’equità e la giustizia?”.
La polemica sugli stipendi ai vertici Usl si inserisce in un contesto già delicato per la sanità valdostana, alle prese con carenza di personale, lunghe liste d’attesa e proteste sindacali.
pa.ga.
