Integrazione e solidarietà | 12 agosto 2025, 15:37

'Turismo e disabilità: quando manca l’accoglienza...'

Oggi il cassetto delle lettere dei lettori ospita la narrazione di 'un fatto grave che invita a riflettere sull’idea di ospitalità'

'Turismo e disabilità: quando manca l’accoglienza...'

L'11 agosto, in piena stagione turistica e in un periodo ricco di eventi e occasioni di svago in tutta la Valle d'Aosta, un episodio accaduto in un hotel di una nota località a vocazione turistica solleva interrogativi profondi sul senso stesso dell'accoglienza.

Un cliente, persona con disabilità, si è trovato nella surreale e inaccettabile condizione di dover passare la notte in auto, accanto alla propria sedia a rotelle, perché impossibilitato a rientrare nella propria stanza. L’hotel, infatti, non disponeva di una portineria notturna, non aveva fornito indicazioni sugli orari di chiusura, né consegnato chiavi o codici di accesso. Nessuna comunicazione, nessun presidio, nessun supporto: solo un telefono che squillava a vuoto per lungo tempo, senza risposta e senza trasferimenti di chiamata.

Ci si interroga su cosa sarebbe potuto accadere in caso di emergenza all’interno della struttura. E se ad essere rimasta fuori fosse stata una famiglia con bambini?

L’hotel ha successivamente deciso di non far pagare il pernottamento, ma un simile gesto – seppur doveroso – non può rimediare al disagio e allo sconforto vissuti da una persona lasciata sola, senza assistenza, chiusa fuori dalla propria stanza.

In una regione che fa dell’accoglienza e della qualità dell’esperienza turistica un elemento distintivo, episodi come questo non possono passare sotto silenzio. Non per alimentare polemiche, ma per continuare a interrogarci – con serietà – su cosa significhi davvero accogliere.

Accogliere è, prima di tutto, prendersi cura. È garantire attenzione, ascolto e presenza, soprattutto quando si ha a che fare con persone che vivono condizioni di fragilità o disabilità, di qualunque tipo esse siano. È prevedere, organizzare, comunicare con chiarezza. È mettere la sicurezza e la dignità di ogni ospite al centro, sempre.

C’è ancora molta strada da fare perché l’ospitalità diventi davvero un valore concreto, accessibile, inclusivo e rispettoso delle esigenze di tutte e tutti. Ma ogni episodio come questo deve diventare un’occasione per crescere, per imparare e – soprattutto – per non ripetere.

Lettera firmata