Una legge “pseudo-riforma”, “ritoccata all’ultimo minuto”, che non garantisce parità di genere e rischia di seppellire ogni tentativo di vera riforma elettorale. È il giudizio netto emerso durante l’incontro pubblico organizzato da Alleanza Verdi-Sinistra-Rete Civica in vista del referendum confermativo del 10 agosto.
Al centro della serata, introdotta dalla giornalista de 'La Stampa' Cristina Porta, il significato politico e sociale della consultazione popolare: “È il primo referendum confermativo nella storia della Valle d’Aosta, su un tema cruciale come le regole per eleggere il Consiglio regionale – ha ricordato Porta – ma le forze politiche non sembrano voler stimolare un vero confronto. Tabelloni vuoti, niente tribune elettorali, nessun dibattito pubblico: eppure la questione merita attenzione, soprattutto per le ricadute sulla rappresentanza di genere”.
Sul punto è intervenuta Katya Foletto, che ha accusato la legge approvata a febbraio di non avere alcun reale intento di promuovere l’equilibrio tra uomini e donne: “Se si fosse voluto davvero favorire la parità, si sarebbe introdotta la doppia preferenza di genere, come richiesto dalla Consulta e dalle associazioni femminili. Invece è passata la possibilità di esprimere tre preferenze, anche per tre uomini, senza alcun obbligo di alternanza”.
Gabriella Poliani ha ripercorso la genesi della legge, denunciando il fallimento delle proposte di riforma più ampie: “Il Comitato per la riforma elettorale ha chiesto referendum propositivi e consultivi, sempre respinti. Alla fine è arrivato solo un ritocco, fuori tempo massimo, per salvare la faccia e accontentare chi punta alle cordate elettorali”.
Parole durissime anche dal senatore Giuseppe De Cristofaro (AVS – Sinistra Italiana), che ha definito l’attuale sistema “carente sia in rappresentatività che in governabilità”, criticando anche soglie di sbarramento eccessive e requisiti troppo alti per nuovi soggetti politici: “Quella varata a febbraio non è una vera multipreferenza, ma una ‘multischifezza’. Se vince il SÌ il 10 agosto, sarà la pietra tombale su ogni possibile riforma. Per questo bisogna votare NO con forza”.
Durante l’incontro è stata inoltre denunciata “l’assenza di dibattito democratico” e “la censura subita dai comitati per il NO”, a cui non sarebbe stato concesso l’accesso ai tabelloni per l’affissione pubblica. Sotto accusa anche la coalizione progressista Valle d’Aosta Aperta: “A febbraio, con la consigliera Erika Guichardaz, si erano espressi contro la legge. Oggi sono nel Comitato per il SÌ a fianco dell’Union Valdôtaine e si sono opposti alla nostra visibilità”.
AVS e Rete Civica, in coerenza con la posizione assunta in aula dalla consigliera Chiara Minelli, annunciano una campagna informativa capillare per il NO, con la distribuzione di ventimila volantini e tre nuovi incontri pubblici:
- Mercoledì 30 luglio alle 21 a La Thuile
- Venerdì 1 agosto a Issogne
- Giovedì 7 agosto a Pont-Saint-Martin