Il saldo migratorio dei territori di montagna è tornato a essere positivo dopo anni di 'spopolamento'. È quanto emerge dal rapporto "Montagne Italia 2025", realizzato nell'ambito del progetto "Italiae" e presentato venerdì 4 luglio dall'Uncem a Quart dal presidente nazionale di Uncem Marco Bussone, insieme al sindaco di Quart Fabrizio Bertholin, al presidente dell’Unité Mont-Émilius Michel Martinet, agli assessori regionali Luciano Caveri e Giulio Grosjacques, al deputato Franco Manes, al sindaco di Aosta Gianni Nuti, al consigliere nazionale Uncem Jean Barocco e al presidente di Uncem Piemonte Roberto Colombero.
Nei primi anni post pandemia l'andamento all'abbandono dei territori pare essersi invertito: quasi centomila persone si sono trasferite in montagna, con un incremento netto positivo dell'1,2%. Un trend che ha riguardato 250 comunità territoriali su 387. Anche la Valle d'Aosta ha fatto registrare un +1,1% dal 2009 al 2023, dopo gli anni di calo avuto tra il 2014 e il 2018 in linea con altre regioni italiane.Ma l'inversione di tendenza non è l'unica novità. Cambia anche chi sceglie di trasferirsi in territori di montagna. A differenza del passato, negli ultimi anni sono gli italiani a scegliere la montagna per vivere, superando per la prima volta gli stranieri. "Dopo la pandemia c'è stato un incremento delle persone che hanno lasciato le città, diventate molto care - ha detto Marco Bussone, presidente Uncem -. Il punto è che ancora non sappiamo chi sono queste persone, se si tratta di famiglie o di Over 65. Sarebbe importante capirlo, perché in basa alla tipologia cambiano anche le politiche da attuare e i servizi da offrire".