"Abbiamo perso uno dei leader della viticoltura valdostana, con la sua azienda 'Les Granges' premiato più volte con la Chiocciola, i cui vini ci hanno sempre sorpreso e colpito per espressività e per la diretta riconducibilità a una visione assolutamente personale".
Così la Guida Slow Wine 2025 - presentata oggi sabato 19 ottobre al SuperstudioMaxi di via Moncucco a Milano - ricorda Gualtiero Crea, valente vigneron neuven deceduto il 10 maggio scorso a 61 anni "dopo una rapida e fulminante malattia", si legge nelle delicate ed emozionate righe della Guida a lui dedicate: "Il panorama della piccola regione tra le montagne ha perso sicuramente un personaggio che ha solcato percorsi mai esplorati prima, portando avanti idee innovative e fuori dal coro. Ci piace pensare che la sua eredità possa essere utilizzata e rinverdita, e fungere da traino per un ulteriore sviluppo della viticoltura valdostana".
L'azienda Les Granges di Gualtiero, oggi condotta dalla moglie, Liana Grange e dal loro figlio Edoardo, ha ricevuto il premio 'Per la vitalità del suolo': un viaggio a Dornach, località svizzera 'patria' della viticoltura biodinamica.
Questa la motivazione del premio: “Conosciamo tutti le difficoltà della viticoltura di montagna, legate principalmente alle pendenze e alla peculiare conformazione dei terreni. Sotto uno strato relativamente sottile di sabbie e limo giacciono pietre e roccia madre; terreni poveri, in cui la vite deve affondare le proprie radici alla ricerca dei nutrienti e in cui diventa dirimente la vitalità del suolo e il rispetto totale per l'ambiente circostante. Ecco, a Les Granges questa visione è chiara ormai da oltre 10 anni e spesso ha portato a scelte estreme e poco interventiste. È l'eredità che ci ha lasciato Gualtiero Crea: rispetto, coerenza e voglia di osare che speriamo possano essere d'esempio per le future generazioni di vigneron valdostani”.
Gli altri premi Slow Wine 2024 alla Valle
Due Chiocciole, una Bottiglia, sei Top Wine: questi i riconoscimenti assegnati in Valle d’Aosta dalla Guida Slow Wine 2025, disponibile dal 23 ottobre in libreria, sullo store online di Slow Food Editore.
Le Chiocciole sono state assegnate a 'La Vrille' di Verrayes e a 'Les Granges' di Nus; la Bottiglia va a 'Elio Ottin' di Neyves (Aosta). Questi i Top Wine valdostani: VdA Chambave Muscat Fletri di La Vrille; VdA Muscat Attente 2021 de La Crotta di Vegneron; VdA Petit Arvine 2022 di Rosset Terroir; VdA Petite Arvine Nuances 2022 di Elio Ottin; VdA Pinot Noir 'L'Etranger 2021 di Les Granges; VdA Torrette Superieur Ostro 2020 di Di Barrò di Saint-Pierre.
"Come nel resto d’Italia - si legge nella Guida - anche la Valle d’Aosta sta affrontando il cambiamento climatico in atto: se in passato l’aumento delle temperature era stato salutato quasi con gioia, perché consentiva di ottenere maturazioni migliori su alcune tipologie autoctone, a oggi la situazione pare creare più di qualche difficoltà per la viticoltura, in particolar modo nelle zone non raggiunte dall’irrigazione di soccorso. A un 2022 bollente e siccitoso, ha fatto seguito un 2023 iniziato con alcune problematiche legate a un eccesso di precipitazioni (ricordiamoci che stiamo parlando della Valle d’Aosta, una tra le regioni meno piovose d’Italia) e proseguito poi con temperature fuori dall’ordinario. Ne è venuta fuori, tuttavia, una vendemmia quasi 'classica', almeno stando agli assaggi svolti, che hanno messo in evidenza vini concentrati e dal profilo sapido molto incisivo. Questo 2024 è, invece, partito male dal punto di vista agronomico, con piogge costanti e temperature medie che hanno favorito il proliferare della peronospora e un aumento esponenziale degli interventi in vigna al fine di fermare la malattia, con conseguenti, ineludibili cali di produzione. Sul fronte aziendale non registriamo particolari variazioni in termini quantitativi e assistiamo a un lento ricambio generazionale; un passaggio che non sta invece avvenendo nelle cantine cooperative, che stanno fronteggiando il problema con strategie diversificate volte a non perdere il patrimonio vitato dei soci conferitori".
Continua "il lento ma costante aumento della superficie vitata, focalizzata sui vitigni autoctoni, e finalmente arrivano nei nostri calici i primi risultati del nebbiolo piantato nella media valle, con risultati di sicuro interesse e da monitorare ulteriormente in futuro. Insomma, dopo anni di crescita continua, a tratti esplosiva e quasi faticosa da seguire, ci pare che la Valle d’Aosta abbia trovato un suo nuovo equilibrio. Sarà importante capire come i vigneron reagiranno alle nuove sfide climatiche, dovendo necessariamente abbandonare il 'si è sempre fatto così' e trovare soluzioni nuove, anche del tutto diverse rispetto al passato".
La Guida Slow Wine 2024
Unico caso tra le pubblicazioni di settore, la quindicesima edizione è una guida corale, realizzata da 252 collaboratori che visitano tutte le cantine recensite, tratteggiando così uno spaccato aggiornato e puntuale del panorama vitivinicolo italiano contemporaneo di qualità. Due le novità importanti di quest’anno: tutte le aziende recensite non praticano il diserbo chimico, mentre con i Best Buy, che sostituiscono il riconoscimento del Vino Quotidiano, la guida segnala una selezione di Top Wine che, nelle rispettive denominazioni e tipologie, offrono un prezzo eccezionale.
La prima scelta è un messaggio politico forte, che rispecchia il Manifesto per il vino buono, pulito e giusto e quanto Slow Food sostiene da tempo contro l’uso della chimica di sintesi e, in particolare dei pesticidi, nelle colture, oltre che un ulteriore passo verso la costruzione di un rapporto sempre più armonico con la natura; mentre la seconda risponde a un’esigenza del mercato, dando una soluzione più in linea con i tempi e utile per i lettori che cercano un riferimento per orientarsi nel mondo della vitivinicoltura pulita e sostenibile.