"Scrivo questo messaggio e se ti consideri in accordo e vorrai condividerlo, te ne sarò molto grato, perché penso sia il momento storico in cui è necessario prendersi le proprie responsabilità di Liberi cittadini..". Così inizia un post sulla pagina facebook di Luca Vesan, artista pittore, falegname e designer valdoastano.
"Da un lato oramai le associazioni di categoria e i giornali nostrani sbandierano il disastro degli esercizi commerciali chiusi stile 'deserto dei Tartari' nel centro città, in via Saint-Martin come in Corso Battaglione...( per citarne alcuni ) - si legge nell'articolato intervento di Vesan - dall' altro ci sono gli artisti dilettanti e professionisti che si arrovellano per trovare spazi di condivisione che vadano oltre i canali ufficiali espositivi comunali e regionali strapieni e in alcuni casi già programmati per tutto il 2025!!".
"Capito in una situazione - prosegue il giovane artista designer (nella foto in basso una sua opera) - che per me ha del surreale quando cerco di organizzare un piccolo evento di presentazione delle mie nuove opere pittoriche entro la fine di quest' anno, prima che siano prese da una Fondazione culturale del San Bernardino nella Svizzera Ticinese per muoverle nei propri circuiti. Certo, prima che partano per l'estero mi piacerebbe presentarle qui a casa loro...Ma nulla, non è possibile farlo negli spazi istituzionali che sono, a mio giudizio, in confronto a molte altre città e regioni, pochissimi e come ho scritto prima già praticamente prenotati e impegnati per mesi se non per anni interi...Quindi? Come ne usciamo? Allontanandomi dal mio personale 'problema' ...Come ne escono gli Artisti Valdostani? Emergenti, professionisti, amatori o della domenica che siano???".
Non punta il dito soltanto sulla politica, Luca Vesan: "Certo, prendersela con le istituzioni sarebbe proprio facile, con quel prurito al ditino di premere il grilletto contro la carica istituzionale o della pubblica amministrazione del caso..ma se pur quanto è innegabile che questi ultimi abbiano delle responsabilità oggettive sui due temi attori di questo ragionamento questo non mi esime, anzi, non ci esime dal cercare una soluzione noi, in primis, come cittadini. E la soluzione esiste...E non dobbiamo nemmeno inventarla perché già in molte regioni e città italiane è stata sperimentata e funziona"
Da qui, la proposta: "Di cosa si tratta? Di fare 2+2...Quanti negozi chiusi ci sono fuori e dentro il centro storico? E se i proprietari di questi locali volessero aprirsi ad una nuova forma mentis dove invece di tenere chiusi i propri spazi a prendere polvere aprissero agli artisti? E se gli artisti prendendosi carico delle spese di gestione e consumo senza doversi sentire addosso il peso di un oneroso affitto articolassero workshop, mostre, eventi culturali in un luogo dopo l'altro sempre in evoluzione e rivoluzione come solo l'Arte sa fare...La nostra piccola Aosta non potrebbe diventare una piccola Mont Martre?... E con un rifiorire di Arte, Design, Cultura, Persone in movimento...non si riaccenderebbe l'economia proprio in quelle zone depresse attirando potenziali attività che riprendano in affitto questi locali?...Ricordo con grande affetto una città francese dove ho potuto vedere con i miei occhi tutto questo ... Si tratta di Avignone, in Provenza, dove fra i tanti negozi trasformati in atelier d'artisti pieni di gente, di colori, di Vita, uno fra tutti mi aveva impressionato: un negozio vuoto pieno di tele bianche e pennelli e colori a disposizione dei passanti. Un cartellone all' ingresso invitava a entrare e a 'darci dentro', perché tutti ma proprio tutti dovevano godersi il Sacrosanto diritto di Vivere l'Arte a piene mani...facendola!!!
Quindi, conclude il poliedrico artista-artigiano, "se ti piace l'idea anche per la nostra piccola Aosta.. Condividila e facciamola arrivare ai signori proprietari di questi locali, e agli Artisti bambini, giovani e vecchi, e infine alla comunità..perché Volere è Potere...".