Nel mondo della fisica teorica, il concetto di tempo è sempre stato enigmatico e sfuggente. Recentemente, un gruppo di fisici italiani ha proposto una nuova interpretazione del tempo, collegandolo all’emergere della correlazione quantistica (entanglement quantistico), un fenomeno che intreccia gli stati di sistemi quantistici in modo affascinante. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione del tempo e dello spazio, aprendo nuove strade per la ricerca scientifica.
Il concetto di tempo nella fisica quantistica tradizionale, è stato considerato una dimensione lineare e assoluta, come descritto dalla fisica classica di Newton. Con l’avvento della teoria della relatività di Einstein, il tempo è diventato una componente del continuum spazio-temporale, influenzato dalla gravità e dalla velocità. La fisica quantistica, con i suoi principi di indeterminazione e sovrapposizione, ha ulteriormente complicato la nostra comprensione del tempo, suggerendo che potrebbe non essere una dimensione fissa e universale.
Un gruppo di fisici italiani sta lavorando sulla nuova interpretazione del tempo nella fisica quantistica; ricordiamo tra loro Paola Verrucchi, professore di fisica teorica presso l’Università di Firenze e una delle principali ricercatrici che esplora come il tempo possa emergere dall’entanglement quantistico. Carlo Rovelli, professore di fisica teorica presso l’Università di Aix-Marseille in Francia, ma con forti legami accademici in Italia. Rovelli è noto per i suoi lavori sulla gravità quantistica a loop e ha esplorato concetti relativi al tempo e alla sua natura emergente e infine Luciano Pietronero, professore emerito presso l’Università di Roma “La Sapienza” e ricercatore presso l’Istituto dei Sistemi Complessi del CNR: Pietronero si occupa di fisica della materia condensata e sistemi complessi, contribuendo alla comprensione delle proprietà emergenti come il tempo.
I fisici hanno proposto il concetto per cui il tempo potrebbe emergere dall’entanglement quantistico. L’entanglement è un fenomeno in cui due particelle quantistiche diventano interconnesse in modo tale che lo stato di una particella dipende dallo stato dell’altra, indipendentemente dalla distanza che le separa. Questo intreccio potrebbe creare una sorta di “orologio quantistico” che definisce il passaggio del tempo in modo non lineare e non assoluto. Questa nuova, straordinaria interpretazione del tempo ha profonde implicazioni per la nostra comprensione della realtà. Se il tempo emerge dall’entanglement quantistico, potrebbe significare che il tempo stesso è una proprietà emergente piuttosto che una dimensione fondamentale dell’universo e questo potrebbe portare a nuove teorie che unificano la meccanica quantistica e la relatività generale, due pilastri della fisica moderna finora rimasti incompatibili.
Se invece si ipotizzano le implicazioni pratiche di questa scoperta, che sono ancora in fase di esplorazione, esse potrebbero includere nuovi approcci alla computazione quantistica e alla crittografia. Inoltre, una migliore comprensione del tempo quantistico potrebbe portare a nuove tecnologie per la misurazione del tempo e la sincronizzazione, con applicazioni in campi come la navigazione satellitare e le comunicazioni globali.
Tutto ciò rappresenta un passo avanti significativo nella nostra comprensione del cosmo. Collegando il tempo all’entanglement quantistico, questi studi aprono nuove prospettive per la ricerca scientifica e potrebbero portare a una rivoluzione nelle tecnologie quantistiche…e chissà, potremmo scoprire nuovi misteri e risolvere enigmi che hanno affascinato gli scienziati per decenni.