La notte di San Lorenzo è tradizionalmente il momento perfetto' del mese in cui maggiormente si possono osservare le stelle cadenti.
Anche se siamo abituati a considerare il 10 agosto, San Lorenzo, come il picco massimo del fenomeno, quest'anno è meglio guardare il cielo qualche giorno avanti e nello specifico il 12 del mese dove la pioggia di stelle raggiungerà il suo culmine.
È una notte affascinante che spinge milioni di persone a volgere lo sguardo al cielo per assistere allo spettacolo unico delle stelle cadenti.
Ma come nasce la storia di questa particolare giornata? La tradizione prende il nome dal martirio di San Lorenzo che, arso vivo sulla graticola, ha ricordato la forma delle stelle cadenti, quasi fossero i tizzoni ardenti che hanno portato il santo alla morte.
'Vaticano news' descrive in modo chiaro e sintetico la sua storia:
'La testimonianza di questo santo martire, nato in Spagna nella prima metà del III secolo, è scandita dalla pietà e dalla carità. Subito dopo l’elezione, Papa Sisto II gli affida il compito di arcidiacono. Come responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma, San Lorenzo amministra beni e offerte per provvedere ai bisogni di poveri, orfani e vedove. Custode dei “tesori della Chiesa”. Il suo cammino è scosso in gioventù dal dramma della persecuzione. Nel 258 d.C. viene emanato l’editto dell’imperatore Valeriano: tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi devono essere messi a morte. San Lorenzo, altri diaconi e Papa Sisto II vengono catturati. Il Pontefice viene ucciso il 6 agosto. In un primo momento, l’imperatore risparmia la vita a San Lorenzo chiedendogli di consegnare “i tesori della Chiesa”. Ma all’imperatore mostra malati, indigenti ed emarginati. Questi – afferma – sono i tesori della Chiesa. Quattro giorni dopo, il 10 agosto, anche San Lorenzo viene martirizzato. Arso vivo su una graticola.
Secondo un’antica “passione”, raccolta da sant’Ambrogio, San Lorenzo è stato bruciato su una graticola. Sant’Ambrogio nel “De Officiis” immagina un incontro tra Lorenzo e Papa Sisto II, lungo la via del martirio. Nell’incontro è Lorenzo che parla: “Dove vai, padre, senza il tuo figlio? Dove ti affretti, o santo vescovo, senza il tuo diacono? Tu non hai mai avuto l’abitudine di offrire il sacrificio senza il tuo ministro. Che ti è spiaciuto dunque in me, o padre? Forse mi hai trovato indegno? Provami, vedi se hai scelto un indegno ministro per la distribuzione del sangue del Signore. Forse rifiuterai a colui che hai ammesso ai divini misteri di essere il tuo compagno nel versare il sangue?”.
Il suo martirio è una suprema prova di amore. San Leone Magno, in una omelia, commenta così il supplizio di San Lorenzo: “Le fiamme non poterono vincere la carità di Cristo; e il fuoco che lo bruciava fuori fu più debole di quello che gli ardeva dentro”. Ed aggiunge: “Il Signore ha voluto esaltare a tal punto il suo nome glorioso in tutto il mondo che dall’Oriente all’Occidente, nel fulgore vivissimo della luce irradiata dai più grandi diaconi, la stessa gloria che è venuta a Gerusalemme da Stefano è toccata anche a Roma per merito di Lorenzo”.'
San Lorenzo sulla graticola: scultura di Gian Lorenzo Bernini in marmo (66x108 cm), eseguita nel 1617 e conservata nella collezione Contini Bonacossi presso gli Uffizi a Firenze.
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Ma cos'è una stella cadente?
Una stella cadente, il cui vero nome è meteora, è un frammento di asteroide o di un altro corpo celeste che si incendia nel preciso istante in cui entra nell’atmosfera terrestre. Per quale motivo si incendia? Molto semplice: a causa dell’attrito con la suddetta atmosfera. Dovete sapere che le meteore entrano nell’atmosfera terrestre ad una velocità piuttosto alta, che si aggira tra gli 11 e i 70 km/s circa: questo significa che subiscono un’alta pressione dinamica che, automaticamente, riscalda la loro superficie.
Inoltre, ciascuna collisione con le molecole d’aria libera energia termica di 100 elettronvolt (unità di misura dell’energia). Questo significa che ad un’altezza di circa 90 km, la temperatura della stella cadente raggiunge i 2500 kelvin (che equivale a circa 2220 gradi Celsius). In quel preciso momento, la materia inizia a sublimare (passa quindi dallo stato solido ad aeriforme).Mentre prosegue nella sua caduta, nella meteora si avvia un processo conosciuto come ablazione, ovvero processo di rimozione di materiale della superficie di un oggetto.
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Cià significa che la stella cadente inizia lentamente a perdere massa, lasciando dietro di sé materia fusa. Automaticamente gli atomi della meteora e le molecole atmosferiche, a causa delle continue e reciproche collisioni, si ionizzano.
Tutto questo spettacolo scientifico come si traduce giù, sulla Terra? Con una scia luminosa, ovvero la meteora.
Dal suolo l’osservatore sarà in grado di osservare questo incredibile fenomeno e anche di riconoscere le varie parti della stella cadente. Una meteora è infatti composta da due parti, la testa e la scia. La testa è la parte che contiene il meteoroide che si rovina progressivamente, avvolto da gas ionizzati. La scia è invece una lunga colonna di plasma (gas ionizzato): questa parte, però, è visibile solo per pochi secondi.
La Notte di San Lorenzo è associata al passaggio dello sciame meteorico delle Perseidi: l’atmosfera terrestre, in questa serata, è infatti attraversata da un numero più alto di meteore.
Questo fenomeno è comunemente noto come 'stelle cadenti' oppure lacrime di San Lorenzo, ben visibile all’occhio umano, in particolare perché il cielo estivo è sereno e limpido e quest'anno la luna piena permetterà di poterle osservare al meglio del loro splendore.