Onde evitare una subitanea caccia alle streghe diciamo subito che quello che state leggendo non arriva dal mondo politico valdostano né romano. Nessun leader di partito o suo portaborse 'ha parlato', nessuno ha svelato alcun segreto, se è questo che potrebbe preoccupare.
E quindi queste righe nient'altro potrebbero essere se non un mero divertissement di mezza estate, un 'quasi editoriale' a carattere fantapolitico. Il canto di un passero, insomma. In base al quale nei primi giorni dello scorso giugno esponenti di spicco del mondo autonomista valdostano o meglio dell'Union Valdotaine (così è più chiaro) avrebbero incontrato alte cariche governative romane di Forza Italia per un confronto politico multilivello. Per parlare di accordi possibili in vista delle prossime elezioni regionali (che sono più o meno tra 14 mesi quindi dietro l'angolo).
Ciò sarebbe avvenuto diversi giorni prima dell'investitura congressuale di Joel Farcoz a presidente dell'UV, circostanza in cui gli assessori Luigi Bertschy (da Alliance Valdotaine), Luciano Caveri (da VdA Unie) e i consiglieri Albert Chatrian (da Alliance Valdotaine) e Corrado Jordan (da VdA Unie) sono rientrati nel Mouvement rossonero. Ovviamente, nessuno di loro (Farcoz compreso) ha mai saputo di questo incontro. Anche perché non è stata la 'réunion' autonomista, l'oggetto di discussione. No, quel giorno di giugno si è parlato di alleanze possibili, di scalata al potere (in ambito strettamente territoriale di chez-nous, ma pur sempre scalata è) e della necessità di sacrificare, seppur a malincuore, le ideologie (e magari le aspettative di qualche compagno di partito) a fronte di una ragion di Stato che nessuno vuole chiamare opportunismo ma semmai 'opportunità', che è assai più politically correct. Ci fermiamo qui. A riflettere. Tanto è solo un divertissement.