Cronaca | 24 maggio 2024, 07:42

Morte di Janira Mellé, lunedì il gip decide sull'avvio di nuove indagini

I familiari, 'ci affidiamo alla sensibilità di chi deve giudicare; vogliamo la verità qualunque essa sia e questa può arrivare solo da accertamenti rigorosi e completi'

Janira Mellé felice subito dopo l'intervento alla caviglia

Janira Mellé felice subito dopo l'intervento alla caviglia

Si saprà lunedì 27 maggio, se sulla morte della 25enne atleta e maestra di sci di la Thuile Janira Mellé saranno svolte nuove indagini. La decisione è nelle mani del gip del tribunale di Torino, al quale si è rivolto opponendosi al decreto di archiviazione l'avvocato Fabio Foglia Manzillo, che assiste come parte lesa i familiari della giovane deceduta il 10 giugno 2023 all'ospedale Parini di Aosta, dove si era recata due giorni prima con febbre alta e una forte cefalea.

A Laprimalinea l'avvocato ribadisce che "nelle precedenti indagini a nostro avviso vi sono state lacune evidenti; anche il sistema di prevenzione della clinica in cui è stata operata la giovane valdostana ha evidenziato delle falle".

A uccidere Janira era stata una meningite batterica contratta quattro giorni prima in fase di anestesia nella clinica privata Fornaca a Torino in cui era stata operata per una banale frattura a una caviglia. Lo ho stabilito l'autopsia effettuata dal medico legale Roberto Testi, assistito dalla microbiologa Valeria Ghisetti, su incarico del pm di Aosta Francesco Pizzato che aveva aperto un fascicolo contro ignoti con l'ipotesi di omicidio colposo e che poi lo aveva trasferito alla procura di Torino per competenza territoriale. La procura piemontese, però, lo scorso novembre dopo un solo mese di accertamenti aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo, non rilevando colpe nelle condotte dei medici di Aosta e nemmeno nei sanitari della clinica. Una decisione alla quale i familiari di Janira si erano opposti con ricorso: l'udienza per l'opposizione al decreto di archiviazione si è svolta lo scorso 27 marzo, al tribunale di Torino. Al termine dell'udienza, il giudice si era riservato la decisione, che verrà comunicata lunedì 27 maggio a 60 giorni esatti dall'udienza.

Scrivono i consulenti Testi e Ghisetti che "l'unica prevenzione possibile per il rischio di contaminazione in corso di rachianestesia è il rigoroso rispetto delle procedure di disinfezione e igiene cutanea". Secondo i periti, l'unica possibile via d'ingresso per l'infezione che l'ha uccisa "sembra quindi essere l'anestesia peridurale, probabilmente durante l'inserimento del catetere o nella permanenza in posizione del catetere". 

Il 20 maggio 2023, Janira cadde e si fratturò una caviglia mentre era in vacanza con il suo fidanzato, Didier Perrier. Il 6 giugno si operò nella rinomata clinica privata Fornaca a Torino; L'operazione tecnicamente andò buon fine ma il 7 giugno, rientrando in Valle, Janira Mellé iniziò ad avere nausea, forte mal di testa fino all'arrivo a casa dove fu colta da convulsioni e crisi epilettiche sotto gli occhi del fidanzato e dei familiari. All' arrivo del 118 la ragazza venne trasferita d'urgenza in ospedale, sedata e intubata nel reparto di rianimazione.

Il giorno successivo fu operata d'urgenza alla testa, ma morì il 10 giugno. A settembre l'autopsia confermò la causa della sua morte: meningite batterica contratta durante l'anestesia spinale praticatale nel nosocomio privato torinese. A novembre il sostituto procuratore di Torino richiese l'archiviazione del fascicolo, alla quale l'avvocato della famiglia si è oppose immediatamente. "Ci affidiamo alla sensibilità di chi deve giudicare e decidere - sottolinea la famiglia Mellé -; vogliamo la verità qualunque essa sia e questa può arrivare solo da accertamenti rigorosi e completi. Lo dobbiamo a Janira ed è un atto di Giustizia". 

pa.ga.