Cronaca | 04 maggio 2024, 11:10

Femminicidio a La Salle: l'emozionante, accorata lettera del padre della giovane assassinata

Un vero e sincero manifesto contro la violenza sulle donne che ricorda lo slancio di impegno sociale di Gino Cecchettin. Parole, quelle del genitore di Auriane Nathalie Laisne - uccisa a coltellate nel villaggio abbandonato di Equilivaz - talvolta dure, talvolta commoventi ma sempre trasparenti e toccanti, che traboccano di rabbia per un destino evitabile, di amore per la figlia e aiutano riflettere sul sistema giudiziario, sul valore della pace, sul rapporto tra vittima e carnefice e che qui riportiamo integralmente

Auriane Laisne

Auriane Laisne

Con coraggio e in silenzio, assieme alla moglie e al figlio rimastogli, Gunther Laisne ha assistito ieri per cinque ore al processo terminato con la condanna del 21enne italo-egiziano Teima Sohaib (foto sotto) per i maltrattamenti ripetutamente inflitti, secondo i giudici del tribunale di Grenoble, alla compagna trovata morta, assassinata a coltellate, il 5 aprile scorso nella chiesetta diroccata del villaggio abbandonato di Equilivaz a La Salle.

Ma per il padre e per la famiglia tutta di Auriane Nathalie Laisne, 22 anni di Saint-Priest (Lione), il calvario processuale non è terminato anzi, deve ancora venire. Teima è accusato anche dell'omicidio di Auriane e prima possibile (c'è da attendere estradizione e convalida dell'arresto) sarà processato ad Aosta.

Il papà della giovane vittima ha ora rotto il silenzio con una toccante lettera che qui pubblichiamo integralmente. Un vero e sincero manifesto contro la violenza sulle donne che ricorda lo slancio di impegno sociale di Gino Cecchettin, il padre di Giulia, uccisa dal suo ex findazato Filippo Turetta.

Parole talvolta dure, talvolta commoventi ma sempre sincere e toccanti, che non chiamano mai per nome il presunto assassino ma traboccano di rabbia per un destino evitabile, di amore per la figlia e aiutano riflettere sul valore della pace, sul rapporto tra vittima e carnefice e che qui riportiamo integralmente:

"Sono davanti a voi in omaggio a Auriane, in onore del coraggio che ha avuto. 

 - Coraggio di aver creduto di poter rendere migliore il suo aguzzino nonostante le sue bugie incessanti e il suo desiderio di allontanarlo da noi, dalla sua famiglia;

- Coraggio di aver sopportato i numerosi e ripetuti atti di violenza;

- Coraggio di aver sopportato sequestri, anche per mano della madre del suo boia, complice del figlio, che criticava Auriane per non essere stata abbastanza gentile e obbediente e da qui sarebbero venute le percosse, secondo lei, diritti legittimi di suo figlio;

- Coraggio per aver retto di fronte all'arrivo a casa sua della zia e della cugina dell'aguzzino, inviate da quest'ultimo appena terminata la custodia cautelare per spingerla a ritirare la denuncia;

- Coraggio di Auriane per essersi spinta a preoccuparsi più per noi, la sua famiglia, che per se stessa;

- Coraggio di arrivare al punto di registrare le discussioni con il suo aguzzino riguardo agli atti di violenza, sapendo che l'avrebbe colpita più forte solo per aver osato parlarne con lui.

Anch’io devo 'alzarmi', stare dritto affinché questo ulteriore femminicidio non sia vano. Devo fare la mia parte perché i fallimenti e le disfunzioni della giustizia non si ripetano".

Le domande del papà di Auriane

Prosegue la lettera:

"- Perché il carnefice è riuscito ad avvicinarsi a mia figlia nonostante l'ordine giudiziario di divieto di incontrarsi?

- Perché non gli è stato imposto di indossare un braccialetto elettronico?

- Perché, quando a febbraio era stata chiesta la custodia cautelare dell'aguzzino, la Procura di Lione non ha ritenuto opportuno dare immediatamente seguito a questa decisione, lasciando così che questo dramma potesse giungere a compimento?. Spero che a tutte queste domande si possa trovare una risposta, ma ancor di più che le risposte possano essere fonti di cambiamento all’interno del sistema giudiziario e di polizia che, proprio come il settore dell'Istruzione a livello nazionale, mancano gravemente di mezzi efficaci per poter svolgere adeguatamente il proprio lavoro. Mi auguro che al massimo vertice della Repubblica non ci si fermi solo alle parole, ma si intraprendano presto azioni che portino a un cambiamento reale".

E ancora: "Devo essere qui, in piedi nonostante tutta la sofferenza, per trasmettere un messaggio di pace e rispetto per gli altri. L’istruzione nazionale deve essere supportata meglio affinché alcune famiglie non costruiscano il futuro dei loro figli sulla violenza che può essere inflitta alle donne, considerate purtroppo ancora e troppo spesso inferiori agli uomini, anzi come se fossero di loro proprietà, in  mano a padroni che credono di avere su di loro il diritto di vita o di morte.

Più in generale, vorrei chiedere a tutti voi di rifiutare la violenza in favore della pace, rifiutare l'odio in favore dell'amore per gli altri, rifiutare l'intolleranza in favore del rispetto. Rifiutare l'oscurantismo.

Vi chiedo di rimanere vigili e di non lasciarvi influenzare da certi commenti, di alcuni politici e di alcuni media che incitano a dividere ma, al contrario, vi chiedo di rifiutare categoricamente queste strategie nauseanti.

Devo prendere posizione, denunciare il comportamento di certi media che si nutrono di notizie di cronaca per trasformarle in veri e propri 'commerci', anche se ciò significa mentire o distorcere la realtà".

Il 'Grazie' agli investigatori italiani e l'ultimo messaggio di amore

"Vorrei ringraziare i carabinieri italiani, la Procura della Repubblica di Aosta, che hanno saputo rendersi umani, efficaci e hanno svolto indagini che hanno portato all'identificazione del corpo di mia figlia e in seguito all'arresto del suo aguzzino; grazie anche alla BAC di Lione.

Non provo né rabbia né odio verso il 'boia', cerco di trascendere queste energie negative e inutili in energia di amore universale, di pace e di rispetto, affinché l'assassinio di Auriane renda possibile la rinascita della nostra civiltà e della nostra umanità, qualunque sia il costo". 

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Je me dois de tenir debout devant vous, en hommage à Auriane, en l’honneur du courage qu'elle a eu :

- Courage d’avoir cru pouvoir être capable de rendre meilleur son bourreau malgré ses mensonges incessants et sa volonté de l’éloigner de nous, sa famille ;

- Courage d’avoir supporté les nombreuses violences répétées ;

- Courage d’avoir supporté des séquestrations, y compris chez la mère du bourreau, complice de son fils, qui reprochait à Auriane de ne pas être assez gentille et obéissante, d’où les coups selon elle, légitimes de son fils;

- Courage d’avoir vu arriver à mon domicile, à peine la garde à vue du bourreau terminée, la tante et le cousin du bourreau, envoyés par ce dernier pour la pousser à retirer sa plainte;

- Courage d’Auriane d’être plus inquiète pour nous sa famille que pour elle-même ;

- Courage d'aller jusqu'à enregistrer des discussions avec son bourreau concernant ses violences, sachant qu'il allait la frapper de plus belle pour avoir osé en parler avec lui. Je me dois de tenir debout également, afin que ce féminicide supplémentaire ne soit pas en vain. Être là pour que les manquements et les dysfonctionnements de la justice ne se reproduisent plus.

- Pourquoi son bourreau a pu se rapprocher d’elle alors qu’une interdiction de rapprochement avait été ordonnée ;

- Pourquoi n’a-t-il pas eu l’obligation de porter un bracelet électronique ;

- Pourquoi, alors qu’il avait été demandé en février une détention provisoire du bourreau, le procureur de Lyon n'a pas jugé bon de donner suite immédiatement à cette décision, laissant ainsi ce drame se produire.

Je souhaite que toutes ces interrogations puissent obtenir des réponses, mais plus encore, qu’elles soient sources de changements au sein du système judiciaire et policier, qui, tout comme l’Éducation nationale, manquent cruellement de moyens pour pouvoir effectuer leur travail convenablement. Je souhaite qu’au plus haut niveau de la République, nous n’en restions pas qu’à des mots, mais que nous passions à des actes qui aboutissent à de réels changements. Je me dois d'être là, droit malgré toutes les souffrances, afin de faire passer un message de paix et de respect d'autrui. L'Éducation nationale doit être mieux soutenue afin que certaines familles ne construisent pas l'avenir des jeunes sur la violence qui peut être infligée aux femmes, considérées malheureusement trop souvent comme inférieures aux hommes, comme leur appartenant, allant pour certains jusqu'à croire qu'ils ont droit de vie ou de mort sur elles.

Plus généralement, je souhaite vous demander à tous, de refuser la violence au profit de la paix, refuser la haine au profit de l’amour de l’autre, refuser l’intolérance au profit du respect. Refuser l'obscurantisme. Je vous demande de rester vigilants à ne pas vous laisser influencer par certains propos, politiques et médiatiques, qui incitent à diviser, mais bien au contraire, de refuser catégoriquement ces stratégies nauséabondes. Je me dois enfin d'être debout, pour dénoncer certains médias qui se repaissent des faits divers et en font leurs commerces quitte à mentir ou déformer la réalité.

Je tiens à remercier la carabinieri italienne, le procureur général d'Aoste, qui ont su se rendre humains, efficaces et ont permis de conduire à l'identification du corps de ma fille, puis mener à l'arrestation du bourreau, grâce à la BAC de Lyon que je remercie également.

Je n’ai ni colère ni haine envers le bourreau, j’essaye de transcender ces énergies négatives et inutiles, en énergie d’amour universel, de paix et de respect, afin que l’assassinat d’Auriane permette d’élever notre citoyenneté et notre humanité, quel qu’en soit le prix. 

 
 

patrizio gabetti