Themis e Metis | 02 maggio 2024, 14:47

Prime, crude ammissioni di Astrazeneca su correlazioni tra gravi trombosi e vaccini Covid

Prime, crude ammissioni di Astrazeneca su correlazioni tra gravi trombosi e vaccini Covid

Pur insistendo sulla "sicurezza accettabile" del prodotto e sul fatto che "i casi evidenti sono comunque rari", i vertici del colosso farmaceutico britannico Astrazeneca hanno rivelato ai giudici di un tribunale inglese dove sono a processo per una causa di risarcimento danni, che il loro vaccino anti-Covid potrebbe comportare rischi di trombosi letali.

Per la prima volta, dunque e in una sede di Giustizia, Astrazeneca ha dovuto ammettere  la correlazione della somministrazione del vaccino con la comparsa di eventi gravi.

"Abbiamo confermato che il nostro vaccino può, in casi molto rari, causare Tts, ovvero trombosi con sindrome trombocitopenica", si legge in una nota della società farmaceutica.

Il documento è stato letto e acquisito durante le udienze alla Corte Suprema  del Regno Unito lo scorso febbraio, aprendo quindi la via a nuove accuse sulle possibili conseguenze che il vaccino potrebbe avere sulla salute e a conseguenti richieste risarcitorie per milioni di euro.

La patologia correlata, precedentemente nota come trombocitopenia trombotica immunitaria indotta dal vaccino (Vitt), era balzata alle cronache quando i primi casi erano stati individuati in Europa nel marzo 2021, dopo due mesi dall'inizio della campagna vaccinale in Gran Bretagna. Secondo quanto riportato da The Telegraph, le implicazioni dell'ammissione "sono enormi, specialmente per le famiglie che hanno sostenuto di essere state danneggiate".

"AstraZeneca è consapevole delle preoccupazioni sollevate e la nostra solidarietà va a chiunque abbia perso i propri cari o abbia riportato problemi di salute", ha dichiarato in una nota la portavoce. "La sicurezza del paziente è la nostra massima priorità e le autorità regolatorie hanno standard chiari e rigorosi per garantire l'uso sicuro di tutti i medicinali, compresi i vaccini". 

Non è la prima volta che un colosso farmaceutico deve riconoscere, di fronte a un organo istituzionale, problematiche od omissioni relative ai vaccini prodotti. Nell'ottobre 2022, a una precisa domanda dell'eurodeputato olandese Rob Ross, la responsabile per i mercati internazionali di Pfizer, Janine Small, aveva dichiarato che l'arcinota azienda farmaceutica non ha mai testato il vaccino Comirnaty per fermare la trasmissione del virus Covid-19 in alcuna delle sue varianti. Era già evidente all'epoca che il Comirnaty, il principale siero a disposizione per combattere il Covid, nonostante le garanzie rese a voce dai produttori in realtà non arrestasse a sufficienza i contagi, soprattutto dopo che erano emerse le prime varianti. Pfizer aveva poi ammesso che prima di immetterlo sul mercato non aveva nemmeno effettuato i test necessari per verificare se e quanto fosse efficace contro il contagio del virus. All'epoca la notizia era passata quasi sotto silenzio; oggi la 'confessione' di Astrazeneca sta facendo il giro del mondo.

      

red.laprimalinea.it

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