Attualità | 14 aprile 2024, 07:48

Ultima Generazione, 'no a Rai in mano al Governo'

Iniziativa del movimento ambientalista contro la delibera che modifica le regole della par condicio televisiva elettorale

Ultima Generazione, 'no a Rai in mano al Governo'

"Massima solidarietà ai giornalisti e alle giornaliste della Rai che vedono in queste ore il servizio pubblico ridotto a mera propaganda di regime" è espressa in una nota dagli attivisti 'estremi' di Ultima Generazione. Una presa di posizione apertamente schierata dalla parte della libertà dell'informazione pubblica e non così scontata, se si pensa che pur restando nei limiti dell'esercizio di cronaca quando si è trattato di narrarne le imprese, anche gli opinionisti Rai non sono stati teneri con gli esponenti più 'vandalisti' di Ultima Generazione.

E' accaduto che martedì 9 aprile la Commissione di vigilanza Rai ha approvato un emendamento che modifica il funzionamento delle regole sulla par condicio. La proposta proveniva ed è stata approvata dalla maggioranza di governo per il governo Meloni, che ora può contare su presenza senza limiti sulla televisione pubblica e privata: in virtù di questa delibera durante la campagna elettorale, nei programmi d’informazione, non ci sarà più alcun vincolo di tempo per i politici candidati, purché parlino della loro attività istituzionale. Si tratta di un emendamento che favorisce i politici della maggioranza di Governo, candidati alle elezioni europee, ma anche i membri del Governo che dovrebbero candidarsi.

Mentre la maggioranza ha votato per se stessa la legge, l'Autorità garante per le comunicazioni-Agcom non ha introdotto cambiamenti. La Rai, la televisione pubblica, diventa così uno spazio per il governo Meloni che ha preso la decisione al fine di “garantire una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”.

Questo ha sollevato l'indignazione di molti e anche del Movimento ambientalista UG, la cui solidarietà va anche "a tutte le giornaliste e i giornalisti che, in seguito all’emendamento proposto da FdI al ddl diffamazione che potremmo ribattezzare 'ddl sulla restrizione delle libertà di stampa', che cita “Qualora con condotte reiterate e coordinate, preordinate ad arrecare un grave pregiudizio all’altrui reputazione, attribuisce a taluno con il mezzo della stampa" fatti "che sa essere anche in parte falsi è punito con il carcere da 1 a 3 anni e con la multa da 50mila a 120mila euro. Se si sa che l’offeso è innocente la pena aumenta da un terzo alla metà, cioè fino a 4 anni e mezzo di carcere.” Come Ultima Generazione conosciamo bene, purtroppo, le leggi fatte ad hoc, per questo abbiamo lanciato una petizione in solidarietà con la stampa. Non è una distopia, non è 1984, è l’Italia del 2024. Crisi climatica, crisi sociale e restrizione dello spazio democratico sono intimamente connesse. Uniamo le forze per la salvaguardia della nostra democrazia".

'Alziamo la voce insieme contro il bavaglio'

E' organizzata per mercoledì 17 aprile alle ore 21 la mobilitazione di Ultima Generazione in favore della libertà di stampa. "Oltre a offrire la nostra solidarietà a tutti i giornalisti - si legge nella nota - chiediamo ai gruppi di mobilitarsi, di mettere in atto pratiche di non collaborazione nelle redazioni o di dare vita a scioperi di massa, di scioperare, attuare pratiche di non cooperazione e di obiezione di coscienza, nonché pratiche di resistenza e di disobbedienza civile per difendere la nostra democrazia. Ve lo chiediamo perché avete un dovere civico e professionale. Per questo invitiamo tutti i giornalisti e le giornaliste che vogliano ragionare con noi a partecipare a un incontro insieme per confrontarci. E' possibile iscriversi qui per partecipare da remoto alla campagna.

"Il giornalismo libero è una funzione vitale di una democrazia sana - insiste Ultima Generazione - senza giornalismo libero non c’è informazione né libero dibattito. Sono mesi che assistiamo all’assedio dei pilastri che tengono in vita la democrazia da parte del Governo: il dissenso politico represso con la violenza delle Forze dell’Ordine, leggi contra personam dai decreti contro i rave a quelli per limitare la libera manifestazione del pensiero come il ddl ecoproteste, adesso è il turno dell’informazione pubblica".

Questa proposta di emendamento arriva in un periodo in cui la libertà di stampa e il mestiere stesso del giornalista "sembra subire piccole e continue forzature - prosegue la nota - e da parte del Governo e da parte degli stessi editori. Il 9 aprile è stata approvata una delibera da parte della Commissione di Vigilanza della Rai che sembra avere lo scopo di garantire uno spazio sicuro e senza contradditorio agli esponenti del Governo in vista delle elezioni europee. Pochi giorni fa il direttore di Repubblica Maurizio Molinari ha fatto mandare al macero 100 mila copie dell’inserto Affari e Finanza per un articolo probabilmente sgradito al suo editore, John Elkan, attirandosi una mozione di sfiducia da parte della sua redazione". 

E ancora: "Questa è la situazione: da un lato l’informazione pubblica – la Rai – è ostaggio della maggioranza di governo, dall’altro l’editoria privata è nelle mani di poche famiglie - Exor/ Gedi - Agnelli, Sky - Murdoch, Urbano Cairo – Cairo, Fininvest Gruppo Berlusconi,  Angelucci (Eni) - con forti interessi economici e politici e conseguenti conflitti di interessi". 

red.laprimalinea.it

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